venerdì 28 agosto 2015

Let's talk about... Guitar Hero

Let's talk about... Guitar Hero

Introduzione. Giusto per variare un po' il format del blog ho deciso di iniziare questo nuovo tipo di articoli, dove ho intenzione di postare delle opinioni su vari argomenti con un tono un po' più rilassato del solito: non si tratterà quindi né di recensioni né di analisi specifiche su un prodotto per sapere se ve lo consiglierei oppure no, bensì saranno più che altro una sorta di “vlog su carta” nei quali vi illustrerò un mio personale parere su vari argomenti.
Iniziamo subito con un videogioco, anzi, con una serie di videogiochi, che mi ha assuefatto come se mi fossi fatto una vera e propria dose di Rock 'n Roll in vena, ovvero la saga di Guitar Hero


Tornata recentemente in auge con il nuovo capitolo di imminente uscita sottotitolato “Live”, la saga di Guitar Hero vede la luce su Playstation 2 nell'oramai lontano 2005, quindi dieci anni fa. Il titolo si faceva forza di una controller “formato chitarra” realizzato con uno stile che imitava una Gibson, comprendente 5 tasti di colore diverso e una barra per la pennata, utile per “suonare” effettivamente le note a schermo. La tracklist comprendeva 47 brani giocabili, tra cui classici come “Iron Man” dei Black Sabbath o “I Love Rock 'n Roll” di Joana Jett & The Blackhearts, presentati sottoforma di cover. Il gioco vinse numerosi premi sia per la sua innovatività, sia appunto per la qualità della colonna sonora. Il gameplay di base è quello che tutti noi conosciamo: una serie di note corrispondente ai tasti colorati presenti sulla chitarra scende a ritmo verso una barra posta in fondo allo schermo: il nostro compito sarà quello di premere il tasto (o i tasti) colorato corretto e “suonare” la nota o l'accordo
Le chitarre dei primi due GH.
utilizzando la barra della pennata, come se stessimo plettrando le corde di una vera chitarra. La leva del vibrato posta vicino alla barra per la pennata viene utilizzata per simulare il caratteristico effetto vibrato di un bending ben fatto. La modalità carriera del gioco altro non era che una serie di canzoni di difficoltà crescente; modalità che venne riproposta tale e quale in
Guitar Hero II, uscito nel 2006 e sempre sviluppato da Harmonix, pubblicato più tardi anche per Xbox360, con l'aggiunta di un controller a forma di Gibson esclusivo. La principale novità del titolo era una modalità multigiocatore a schermo condiviso, cosa che portò questo capitolo a vincere il premio come videogioco più venduto di quell'anno. Ma l'exploit della serie avviene nel 2007 con il primo episodio sviluppato da Neversoft, Guitar Hero III: Legends of Rock: la carriera, stavolta, presenta sì l'oramai consolidata scaletta di canzoni di difficoltà crescente, ma alcuni capitoli sono conclusi da una speciale battaglia all'ultima nota con un famoso chitarrista Rock: Tom Morello, chitarrista tra gli altri degli Audioslave e dei Rage Against The Machine; Slash, storico solista dei Guns 'n Roses, e... Lou Cifer, ovvero Satana. Ebbene sì, anche il Diavolo in persona ha voluto partecipare e “smetallare” in allegria. I musicisti sono stati ripresi con sessioni di motion capture al fine di rappresentare a schermo l'iconico stile di suonare che è loro proprio, e la presenza di nuove modalità multigiocatore all'interno del titolo è solo la punta dell'iceberg di quello che è forse il miglior capitolo del brand. Ma ciò che ha fatto maggiormente da cassa di risonanza per il gioco è stata l'implementazione della canzone più complicata e indiavolata fino a quel momento: “Through the Fire and the Flames” dei Dragonforce (video allegato a fondo pagina). Per farvi capire l'impatto che ha avuto questo brano, vi basti sapere che le vendite degli album dei DragonForce hanno subito un incremento dell'oltre 100% e che di lì a poco è stato rilasciato un intero DLC a pagamento contenente altre tre canzoni della band inglese. E se il terzo capitolo della saga è stato il punto più alto sia in termini di vendite sia in termini di difficoltà, è con Guitar Hero: World Tour, di fatto il quarto capitolo principale del brand, che è iniziato l'inesorabile declino. Prima dell'uscita del suddetto gioco Harmonix aveva sviluppato il primo capitolo della saga denominata Rockband, la quale seguiva le meccaniche di base della saga di Guitar Hero ma cercava di ampliare l'offerta con la possibilità di impersonare vari altri componenti della band (Voce, basso, batteria). Questa pluralità di strumenti suonabili è stata ovviamente mantenuta anche in World Tour, ma la tracklist scelta (la più vasta fino a quel momento: più di 80 pezzi) destò non poche critiche da parte dei più “puristi”, che avevano visto comparire, fino ad allora, soprattutto pezzi leggendari del Rock 'n Roll e non erano pronti a pezzi di genere più pop come “Beat It” di Michael Jackson, o più “moderni” quale “Monsoon” dei Tokyo Hotel. Seppure le possibilità per il multiplayer furono ampliate con la possibilità di sfidare un'altra band in una modalità chiamata “Battle of the Bands” e il design del controller – chitarra riprogettato così che lo strumento fosse in scala 1 : 2 rispetto ad una chitarra vera, Guitar Hero: World Tour ha marcato chiaramente la linea di confine dal quale la serie non sarebbe più riuscita a riemergere. Il problema si
Una band completa all'opera.
palesò in tutta la sua gravità nel 2009, anno di uscita di
Guitar Hero 5: il titolo presentava sì novità legate alla semplificazione di alcune voci dell'interfaccia, includendo ad esempio la possibilità di suonare qualsiasi strumento indipendentemente da quanti ne fossero già presenti o alla facoltà di unirsi ad una canzone già in corso, ma una modalità carriera inutile ai fini pratici e una tracklist tra le più povere di tutto il brand affossarono quasi irrimediabilmente la saga. Per cercare di dare nuova linfa al progetto, il brand passò da Harmonix a Vicarius Visions, e l'anno seguente ecco spuntare Guitar Hero: Warriors of Rock, sesta incarnazione della saga. Stavolta, per ovviare alla stagnante modalità Carriera che oramai veniva giocata solamente per sbloccare tutte le canzoni disponibili, Vicarius Visions cercò di variare un po' la formula aggiungendo i Poteri Eroe, ovvero speciali caratteristiche che ogni personaggio che andremo via via a reclutare possedeva, come quella ad esempio di aumentare il moltiplicatore del punteggio fino a x16, consentendoci cosa di superare varie sfide presenti nelle singole canzoni che andremo di volta in volta a suonare. La tracklist è la più vasta presente e conta 93 canzoni, di cui un brano esclusivo dei Megadeth composto appositamente per il gioco, tutte improntate più verso i generi Rock e Metal rispetto al passato, ma nonstante ciò si avvicinasse a ciò che desideravano i fan, per la saga di Guitar Hero (e per i party games musicali in generale) sembrava essere arrivata la parola fine: le vendite non furono all'altezza, e sembrò che la saga dovesse cadere per sempre nel dimenticatoio.

E poi arriva l'Aprile del 2015, e Activision annuncia ufficialmente, dopo settimane di rumors più o meno attendibili, Guitar Hero Live, il reboot della celeberrima saga musicale la cui uscita è prevista per il prossimo Ottobre. Per rimpinguare il più possibile le casse della software house americana, gli strumenti dei precedenti capitolo non saranno compatibili con questo nuovo titolo, che vanterà un gameplay rinnovato, non più con la presenza di cinque tasti colorati sul manico, bensì di due file da tre tasti che dovrebbero far risultare la posizione della mano più simile a come sarebbe se si suonasse una chitarra vera. Inoltre verrà abbandonata la grafica quasi cartoonesca dei precedenti episodi in virtù di riprese dal vivo, in cui la telecamera ci mostrerà in prima persona che cosa vedremmo se fossimo i
Una delle prime immagini di GH: Live.
chitarristi di una band che sta per esibirsi, a cominciare da ciò che avviene dietro alla scenografia per terminare con le urla adoranti della folla che ci guarderà estasiata da sotto al palco. Sia il pubblico sia i nostri colleghi reagiranno in base alle nostre prestazioni durante la canzone, esaltandosi in caso di una lunga serie di note suonate eccellentemente oppure iniziando a fischiare e a spazientirsi nel caso non riuscissimo ad eseguire il brano in maniera decente. Sarà inoltre presente un servizio simile a Spotify, la Guitar Hero TV, che ci darà la possibilità di suonare casualmente uno dei brani disponibili da un ampio catalogo, tutti comprensivi di video ufficiale. Ovviamente le promesse degli sviluppatori sono che il servizio sarà completamente gratuito, ma è chiaro che se volessimo fermare la spirale di casualità della Guitar Hero TV dovremmo usare degli oggetti quasi sicuramente reperibili con un sistema di micro – transazioni. Se questo nuovo capitolo darà nuovo lustro alla saga non ci è dato saperlo, ma quel che è certo è che il brand non è ancora morto, ma anzi prova a rinnovarsi, strizzando un occhio al passato dando la possibilità di suonare solamente le partiture per chitarra, ma anche proiettandosi verso il futuro, grazie alla realizzazione di un servizio che, se ben implementato, potrà garantire numerose ore di divertimento in più. Staremo a vedere.

Quel che è certo è che la saga di Guitar Hero ha comunque avuto un impatto culturale sulla società in cui si è inserita. Intendiamoci, niente che meriti l'attenzione di chissà quali emeriti scienziati, però è indubbio che essa abbia contribuito alla diffusione del Rock e del Metal tra i più giovani, così come è impossibile da confutare, dati alla mano, che abbia lanciato diverse band, o che sia stato un affare da milioni e milioni di dollari di introiti per i publisher, soprattutto negli anni iniziali del progetto. Senza dimenticarsi poi dell'enorme quantità di spin – off che sono stati prodotti nel corso del tempo, passando da Band Hero ai Guitar Hero focalizzati su una singola band (Van Halen, Metallica, Aerosmith...), porting per Wii, nuovi videogiochi per Nintendo DS, e addirittura qualche titolo dedicato al mercato mobile. Insomma, è impossibile trovare qualche appassionato che non conosca, almeno di nome, la saga di Guitar Hero, e come sempre in questi casi il pubblico si divide: c'è chi lo ama, poiché può “suonare” molte delle canzoni Rock e Metal più indiavolate e magari passare una bella serata in compagnia di amici a “smetallare”, e c'è chi lo odia, imputando al brand una scarsa originalità, meccaniche copiate da altri “rhyhtm games” famosi e considerando ridicolo lo sfruttare una periferica in plastica per scimmiottare i veri musicisti. E anche tra i giocatori la spaccatura è netta: ci sono i super – pro (forse anche un po' malati) che bramano le sei stelle in ogni canzone e il superamento delle medesime con il 100 % di note conquistate, magari suonando con i piedi, e c'è chi invece, semplicemente, si diverte a suonare, arrivando alla difficoltà che può e provando il piacere di concedersi un momento di sana follia di Pirandelliana memoria. Il punto di tutto questo articolo, fondamentalmente, risiede nel suo titolo: “Let's talk about”, quindi parliamone, parliamo un po' di un titolo che ha provato a trasferire un po' di quel divertimento tipico dei vari Dance Dance Revolution delle sale giochi all'interno di ogni casa, parliamo un po' di quel titolo che è riuscito a finire nell'immaginario collettivo venendo citato in una miriade di serie TV o cartoni animati; parliamo di quel titolo che per 5 anni abbiamo dato per morto e poi, quatto quatto, zitto zitto, in punta di piedi, è tornato dalla tomba per sondare di nuovo il terreno. Se Guitar Hero Live, dopo tanti anni e dopo che l'impatto mediatico iniziale è svanito avrà successo, non ve lo so dire. Ma quel che invece è certo è che, anche se in minima parte, la saga ha contribuito a non far morire il Rock 'n Roll in giorni in cui di chitarre elettriche, voci sporche e batterie non se ne vede quasi più l'ombra.
Keep on rockin', baby.

Nicola Bertilotti


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