Let's
Talk About.... Inside Out
Data
d'uscita: 19 Giugno 2015 (USA), 16 Settembre 2015 (Italia)
Casa
di produzione: Disney Pixar
Durata: 94 minuti
Spoiler
Alert: Per chi non avesse visto il film, la lettura di questo
articolo è caldamente sconsigliata. Distinti saluti, la Direzione
alias me.
Uscito
da poco nelle sale italiane, Inside Out si propone già come
uno dei candidati a film d'animazione dell'anno. L'ultima fatica
Disney Pixar ruota attorno ad una ragazzina, Riley, di cui seguiremo
le peripezie, dalla nascita agli 11 – 12 anni, attraverso il suo
cervello. Più specificamente, andremo ad immedesimarci nelle cinque emozioni
di base della mente umana: Gioia, Tristezza, Disgusto, Paura e
Rabbia. Tutte e cinque queste emozioni sono rese vive e personificate
ed incarnano il sentimento a cui appartengono: Gioia riesce a vedere
ogni cosa che accade nella vita di Riley come un avvenimento felice e
riesce sempre a trovare il buono nelle cose, Rabbia, d'altro canto,
perde quasi sempre la pazienza e difficilmente riesce a risolvere la
situazione in maniera tranquilla, e così via. Chiaramente, il film
nasconde dietro alla sua vena di umorismo e alla sua grafica
cartoonesca fatta di personaggi dagli occhi grandi e dai tratti soffici
un messaggio più profondo riguardo al mix delle emozioni che un
essere umano attraversa nella fase della crescita. Nel film, i ricordi
più importanti di Riley vengono chiamati “Ricordi Base” e sono
rappresentati sotto forma di piccole palline colorate. Essi
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L'archivio della memorie a lungo termine. |
vanno a
costituire l'ossatura principale della sua memoria a lungo termine:
ogni volta che la bambina si sentirà giù di morale, Gioia
provvederà a far ripensare Riley a uno di questi ricordi,
riaccendendo in lei la felicità. Inoltre, nel corso dei primi anni
di vita e grazie anche all'educazione impartitole dai genitori,
all'interno della mente di Riley si andranno a creare cinque
cosiddette “Isole”, assimilabili ai principi fondamentali della vita della bambina: quella dell'Onestà, quella della Famiglia,
quella dell'Hokey, quella dell'Amicizia e quella legata
all'immaginazione dei bambini. Tutto cambia quando la famiglia di
Riley si trasferisce a San Francisco: da qui in poi, il mondo
perfetto che Riley si era costruita in undici brevi anni di vita
inizia a crollare. Le emozioni non riescono più a controllare al
meglio gli eventi che accadono e ben presto Tristezza inizia a mettere
il suo zampino sui ricordi giornalieri di Riley. Nel proseguo del
film esso si spinge in un viaggio che ci porterà sempre più in
profondità nella mente umana, ed è qui che scatta il significato
nascosto, quello meno per bambini e che più fa riflettere. Nelle
profondità del cervello di Riley sono stipati e catalogati tutti i
ricordi che abbia mai pensato, ordinati in un enorme e labirintico
archivio dove degli esserini colorati decidono quali devono
scomparire, poichè occupano inutilmente spazio, e quali invece possono rimanere in uno dei tanto famosi
“cassetti” del nostro cervello. Con questo espediente il film
fornisce una spiegazione divertente riguardo al perché le nozioni
scolastiche non vengano assimilate bensì rimosse. Il fatto che la
nostra memoria a lungo termine venga rappresentata come un
intricatissimo labirinto è sensato se pensiamo che utilizziamo la
nostra mente soltanto al 20% di quanto potremmo in realtà e, molte volte, non riusciamo a venire a capo dei problemi che ci si pongono. Nei
minuti successivi il film si spinge sempre più avanti, fino a mostrarci una personale
rappresentazione del luogo nel quale dovrebbero essere conservate le
paure e del posto in cui vengono prodotti i sogni: il primo viene
chiamato subconscio, in omaggio alle istanze di Freudiana memoria, e
lì sono rinchiuse le paure di Riley, ovviamente esagerate
all'inverosimile. Ad esempio, un tizio vestito da clown che le aveva
fatto molta paura nei primi anni della sua vita è rappresentato, nel
suo subconscio, come un essere goffo e gigantesco che distrugge qualsiasi cosa al suo passaggio. Nella Cineproduzione
Sogni, invece, ogniqualvolta Riley va a dormire degli
|
La cineproduzione dei sogni. |
“attori” in carne ed ossa interpretano un copione, diverso di volta in volta in base
alle esperienze vissute dalla bambina nel corso della giornata, su un
vero e proprio set cinematografico. Queste due rappresentazioni, che
a prima vista possono sembrare degli artefici colorati per
impressionare i bambini, sono in realtà un modo diverso per
interpretare, se vogliamo, questioni psicanalitiche. Infine, nella
parte più oscura e remota della nostra mente, chiamata “abisso”, si trovano quell'enorme quantitativo di ricordi che, presto o tardi,
svaniranno per sempre. Quella che Inside Out fa è una
rappresentazione visivamente leggera e frivola della mente di un
bambino, ma alcune piccole chicche fanno capire di come il film possa essere letto a più strati. Esso può essere tranquillamente visto come l'ottimo
film d'animazione che è, ma se vorremmo trovarci qualcosa “di più”
ci basterà allora prestare attenzione al come tutti gli
aspetti della nostra mente vengano rappresentati in un modo davvero
molto originale e meritevol. Questo è uno di quei casi
in cui l'apparenza può ingannare, ed il mio consiglio è di
visionare il film un paio di volte per goderselo una prima come film
d'intrattenimento, mentre la seconda per prendere atto del lavoro
svolto da Disney Pixar nel creare un mondo cartoonesco ma plausibile e dotato di spunti originali analizzando l'interno del cervello di una bambina.
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