giovedì 24 settembre 2015

Let's Talk About... Inside Out

Let's Talk About.... Inside Out

Data d'uscita: 19 Giugno 2015 (USA), 16 Settembre 2015 (Italia)
Casa di produzione: Disney Pixar
Durata: 94 minuti


Spoiler Alert: Per chi non avesse visto il film, la lettura di questo articolo è caldamente sconsigliata. Distinti saluti, la Direzione alias me.




Uscito da poco nelle sale italiane, Inside Out si propone già come uno dei candidati a film d'animazione dell'anno. L'ultima fatica Disney Pixar ruota attorno ad una ragazzina, Riley, di cui seguiremo le peripezie, dalla nascita agli 11 – 12 anni, attraverso il suo cervello. Più specificamente, andremo ad immedesimarci nelle cinque emozioni di base della mente umana: Gioia, Tristezza, Disgusto, Paura e Rabbia. Tutte e cinque queste emozioni sono rese vive e personificate ed incarnano il sentimento a cui appartengono: Gioia riesce a vedere ogni cosa che accade nella vita di Riley come un avvenimento felice e riesce sempre a trovare il buono nelle cose, Rabbia, d'altro canto, perde quasi sempre la pazienza e difficilmente riesce a risolvere la situazione in maniera tranquilla, e così via. Chiaramente, il film nasconde dietro alla sua vena di umorismo e alla sua grafica cartoonesca fatta di personaggi dagli occhi grandi e dai tratti soffici un messaggio più profondo riguardo al mix delle emozioni che un essere umano attraversa nella fase della crescita. Nel film, i ricordi più importanti di Riley vengono chiamati “Ricordi Base” e sono rappresentati sotto forma di piccole palline colorate. Essi
L'archivio della memorie a lungo termine.
vanno a costituire l'ossatura principale della sua memoria a lungo termine: ogni volta che la bambina si sentirà giù di morale, Gioia provvederà a far ripensare Riley a uno di questi ricordi, riaccendendo in lei la felicità. Inoltre, nel corso dei primi anni di vita e grazie anche all'educazione impartitole dai genitori, all'interno della mente di Riley si andranno a creare cinque cosiddette “Isole”, assimilabili ai principi fondamentali della vita della bambina: quella dell'Onestà, quella della Famiglia, quella dell'Hokey, quella dell'Amicizia e quella legata all'immaginazione dei bambini. Tutto cambia quando la famiglia di Riley si trasferisce a San Francisco: da qui in poi, il mondo perfetto che Riley si era costruita in undici brevi anni di vita inizia a crollare. Le emozioni non riescono più a controllare al meglio gli eventi che accadono e ben presto Tristezza inizia a mettere il suo zampino sui ricordi giornalieri di Riley. Nel proseguo del film esso si spinge in un viaggio che ci porterà sempre più in profondità nella mente umana, ed è qui che scatta il significato nascosto, quello meno per bambini e che più fa riflettere. Nelle profondità del cervello di Riley sono stipati e catalogati tutti i ricordi che abbia mai pensato, ordinati in un enorme e labirintico archivio dove degli esserini colorati decidono quali devono scomparire, poichè occupano inutilmente spazio, e quali invece possono rimanere in uno dei tanto famosi “cassetti” del nostro cervello. Con questo espediente il film fornisce una spiegazione divertente riguardo al perché le nozioni scolastiche non vengano assimilate bensì rimosse. Il fatto che la nostra memoria a lungo termine venga rappresentata come un intricatissimo labirinto è sensato se pensiamo che utilizziamo la nostra mente soltanto al 20% di quanto potremmo in realtà e, molte volte, non riusciamo a venire a capo dei problemi che ci si pongono. Nei minuti successivi il film si spinge sempre più avanti, fino a mostrarci una personale rappresentazione del luogo nel quale dovrebbero essere conservate le paure e del posto in cui vengono prodotti i sogni: il primo viene chiamato subconscio, in omaggio alle istanze di Freudiana memoria, e lì sono rinchiuse le paure di Riley, ovviamente esagerate all'inverosimile. Ad esempio, un tizio vestito da clown che le aveva fatto molta paura nei primi anni della sua vita è rappresentato, nel suo subconscio, come un essere goffo e gigantesco che distrugge qualsiasi cosa al suo passaggio. Nella Cineproduzione Sogni, invece, ogniqualvolta Riley va a dormire degli
La cineproduzione dei sogni.
“attori” in carne ed ossa interpretano un copione, diverso di volta in volta in base alle esperienze vissute dalla bambina nel corso della giornata, su un vero e proprio set cinematografico. Queste due rappresentazioni, che a prima vista possono sembrare degli artefici colorati per impressionare i bambini, sono in realtà un modo diverso per interpretare, se vogliamo, questioni psicanalitiche. Infine, nella parte più oscura e remota della nostra mente, chiamata “abisso”, si trovano quell'enorme quantitativo di ricordi che, presto o tardi, svaniranno per sempre. Quella che Inside Out fa è una rappresentazione visivamente leggera e frivola della mente di un bambino, ma alcune piccole chicche fanno capire di come il film possa essere letto a più strati. Esso può essere tranquillamente visto come l'ottimo film d'animazione che è, ma se vorremmo trovarci qualcosa “di più” ci basterà allora prestare attenzione al come tutti gli aspetti della nostra mente vengano rappresentati in un modo davvero molto originale e meritevol. Questo è uno di quei casi in cui l'apparenza può ingannare, ed il mio consiglio è di visionare il film un paio di volte per goderselo una prima come film d'intrattenimento, mentre la seconda per prendere atto del lavoro svolto da Disney Pixar nel creare un mondo cartoonesco ma plausibile e dotato di spunti originali analizzando l'interno del cervello di una bambina.

Nicola Bertilotti


Nessun commento:

Posta un commento