venerdì 2 ottobre 2015

Let's Talk About... Divergent

Let's Talk About... Divergent

Anno di pubblicazione: 2011 (libro), 2014 (film)
Autore: Veronica Roth

Prefazione.
Hunger Games è un libro scritto da Suzanne Collins pubblicato nel 2008 (in Italia è stato stampato da Mondadori nel 2009), il quale ha avuto un ampio successo sia presso la critica sia tra i lettori. Protagonista della storia è una ragazzina sedicenne, Katniss Everdeen, che sarà coinvolta suo malgrado in una faccenda ben più grande di quanto lei stessa s'immagini. Se ve lo state chiedendo no, non ho sbagliato a dare il titolo all'articolo. Si tratterà sia del libro sia del successivo film sull'opera di Veronica Roth, ma la premessa su Hunger Games era necessaria per far comprendere a chi ancora non se ne fosse accorto un piccolo particolare: le somiglianze. Chiaramente, Divergent è stato scritto sull'onda del successo riscosso dai libri della Collins, ed è indubbio che Veronica Roth abbia tratto “ispirazione” da essi. Vi basti solo sapere, per adesso, che la protagonista dei suoi libri, Beatrice Prior, racconta i fatti in prima persona, ha sedici anni, e sarà coinvolta in affari di importanza fondamentale per la stabilità del suo mondo. Un bel biglietto da visita per quanto riguarda l'originalità, non c'è che dire.

P.s. Spoiler alert. Non leggete se non avete già letto il libro o visionato il film. Non che nell'articolo ci siano chissà quali spoiler, ma non voglio rovinarvi nulla.


Il libro (e, di conseguenza, anche il film) ci immergono fin da subito in una Chicago futuristica che definire distopica o utopica non è semplice, poiché ad ogni lettore spetta la scelta tra queste due possibilità. Capirete presto. Il mondo di Divergent, a seguito delle guerre causate dalla brama di potere e dalla ricchezza, si è deciso a darsi un ordinamento costituzionale che prevede la divisione della popolazione in cinque classi sociali, che differiscono tutte per usi, costumi e per il fatto di coltivare una particolare virtù. Esse vengono chiamate “Fazioni” e sono:
Gli Abneganti, i quali vivono per aiutare il prossimo e ripudiano tutto ciò che denota una minima considerazione di sé e della propria persona, tanto che gli esponenti di questa Fazione vengono scelti per formare gli organi principali di governo in quanto, per loro natura, privilegeranno sempre il benessere del resto della popolazione.

I simboli delle cinque Fazioni.
I Candidi, che coltivano l'onestà a tutti i costi e si occupano della formulazione delle leggi.
I Pacifici, che ripudiano in qualsiasi caso la guerra e l'uso della violenza e che si occupano inoltre dell'agricoltura e della coltura della terra.
Gli Eruditi, che venerano la Saggezza e bramano la sapienza ultima sul mondo e ad acquisire quante più conoscenze possibili: essi lavorano come scienziati o ricercatori.
Infine vi sono gli Intrepidi, ovvero una Fazione che alle altre appare senza regole ma che in realtà va a costituire il corpo militare di Chicago, adibito alla protezione dei cittadini contro i misteriosi "pericoli esterni".
Da questa divisione scaturiscono le diverse opinioni riguardo al fatto se la Chicago di Divergent sia un mondo utopico o distopico: che ognuno rifletta per conto proprio se è meglio un mondo diviso da continui conflitti o il tentativo di arginare questi ultimi esercitando un controllo su ogni individuo incanalandolo in una determinata classe di persone fin dalla nascita. Beatrice, per l'appunto, ha da sempre vissuto negli Abneganti assieme alla sua famiglia, ma di essi non ne è mai riuscita a cogliere la filosofia di vita fino in fondo. Lei ammira piuttosto gli Intrepidi, e in cuor suo sogna di poter un giorno vivere libera in mezzo a loro, saltando sopra a treni in corsa e poi giù sui tetti solo per il piacere di sentire il vento tra i capelli, ignorando la paura e sostituendola con l'incoscenza tipica dei giovani. Al compimento dei sedici anni d'età, ad ogni ragazzo spetta la scelta più importante della sua vita: essi dovranno affrontare un test che dirà indicativamente loro a quale Fazione dovranno unirsi durante la successiva Cerimonia, ma la scelta finale, da compiersi in totale autonomia, potrà sovvertire il risultato. Beatrice risulta essere una Divergente, ovvero una persona il quale test non fornisce risultati univoci, ed essa dovrà da questo momento in poi guardarsi dallo svelarlo a chicchessia, poichè tutti la metteranno in guardia sulla pericolosità della sua acquisita condizione. Durante la Cerimonia della scelta, la ragazza sarà molto combattuta tra la Fazione degli Abneganti, che per lei rappresenta una stabilità ed una vita assieme alla propria famiglia, e quella degli Intrepidi, che invece costituisce la speranza di un miglioramento e di una vita più emozionante. Beatrice sceglierà alla fine proprio

quest'ultima ed è qui, con l'entrata in scena di Quattro ed il conseguente innamoramento di Beatrice, che iniziano a sorgere i problemi di una storia d'amore che è stata scritta con il solo scopo di vendere qualche altra copia in più. Se infatti nel libro le parti narrate da Beatrice riguardanti le sue vicissitudini, al netto di una scrittura tutto sommato semplice ed ereditata dai libri della Collins, sono curate con dovizia di particolari e riescono a farci immergere davvero a fondo nella storia che ci viene raccontata, lo stesso non si può dire per quanto riguarda le parti amorose. Fin dal suo incontro con Quattro, infatti, la storia una piaga che sa di stereotipato e si conferma tale pagina dopo pagina. Soprattutto la Roth si dimentica che, per come ha (ottimamente) caratterizzato le sue Fazioni, Beatrice afferma più e più volte di non sapere neppure lontanamente che cosa sia l'amore, né tantomeno il sesso, ed è di conseguenza impossibile che certi discorsi come “oh mio dio, Quattro è così muscoloso tra la clavicola sinistra e la terza vertebra che guarda che je farei...” escano dalla bocca di una ragazzina sedicenne a cui non è mai stato neppure permesso di immaginarsi il corpo maschile nè tantomeno di avere idee passionali a riguardo di un ragazzo. Probabilmente la Roth avrà pensato che inserendo dei baci, delle carezze, degli sguardi, il tema del sesso e via discorrendo in una storia dove a farla da padrone sono l'originalità del mondo che lei stessa ha creato, intriso di intrighi politici, eserciti di automi mossi da un unica mente e l'ammaestramento delle masse ad opera delle Fazioni, argomenti che tanti spunti potrebbero fornire anche per quanto riguarda la situazione attuale, sarebbe stato possibile vendere qualche copia in più. E probabilmente così è accaduto. Ma in tal modo è stata rovinata una buona metà di libro. I miei complimenti. Senza che io mi dilunghi troppo in tecnicismi riguardanti la scrittura o la struttura generale del libro, che pur con qualche alto e basso porta a compimento il suo compitino raggiungendo un voto che va discretamente al di sopra della sufficienza (escluse, lo ripeto, le insulse parti dell'insulsa storia d'amore), vorrei invece soffermarmi per un momento sul film. Uscito nella sale cinematografiche nel 2014, esso ci catapulta troppo velocemente nel futuristico mondo di Divergent, lasciando spiazzato colui che guarda il film senza aver letto il libro e non riuscendo ad inquadrare per bene il contesto in cui esso è ambientato, riducendo le informazioni ad un piccolo monologo di Beatrice relegato nei primi due minuti di inizio film. Inoltre, esso differisce in molti
Beatrice chiaramente interessata al significato dei tatuaggi di Quattro.
dettagli dalla sua controparte cartacea, e sappiamo che questo indispone sempre i fan del libro. Ma la cosa che mi ha personalmente lasciato più perplesso è stata la scelta degli attori protagonisti. Anzi, per la precisione, dell'attrice. Non tanto perché Shailene Woodley (Beatrice, per l'appunto) non sappia recitare, bensì perché la ragazza è chiaramente descritta nel libro come poco più che bambina, priva di seno e all'apparenza indifesa, come un cucciolo in pericolo.: la Woodley non rispecchia neppure una di queste caratteristiche: è alta, slanciata, atletica, ha un seno non di proporzioni esagerate ma prospero, e non sembra per nulla una ragazza indifesa se non fosse per i grandi occhi chiari. La scelta mi ha quindi lasciato totalmente spiazzato, e ciò ha minato ancora di più la visione di un film tratto da un libro che già non reputo un granché. Vi lascio immaginare quale possa essere il mio giudizio su di esso. Vi pongo infine una riflessione: Divergent è uscito sulla scia del successo di Hunger Games, un po' come tutta quella montagna di libri che troverete nel reparto “erotici” (appositamente allestito per l'occasione) di una libreria sono stati pubblicati dopo l'uscita cinematografica di 50 Sfumature di Grigio. Vi domando quindi: vi pare sensato il proliferare di “cloni” di opere ben più famose e il conseguente successo di essi? Secondo me, invece, andrebbero foraggiate altre idee, piuttosto che la ripetizioni delle stesse. Ma si sa: l'industria, che si tratti di libri, film o musica, è carogna. E noi che compriamo certi libri, o andiamo a vedere certi film, o che andiamo ai concerti di certi artisti, lo siamo anche di più.


Nicola Bertilotti

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