venerdì 9 maggio 2014

Un viaggio nella propria fantasia

Premessa: Spero che chi leggerà questo articolo capisca che ciò che scriverò non sarà altro che una serie di opinioni personali basate sul mio modo di pensare e di vedere il mondo videoludico e che quindi non devono essere prese (e di conseguenza criticate a priori) come "verità assoluta". Vorrei solo farvi riflettere sulla situazione che sta attualmente vivendo la nostra più grande passione, quindi tenete presente che io sono dell'idea che uno possa giocare a quello che vuole (e ciò dovrebbe davvero essere ovvio per uno che legge articoli sui videogiochi.)

Un viaggio nella propria fantasia
Sono questi i producer "vicini" ai consumatori.
 Ci sono dei momenti in cui entro in un negozio di videogames non con l'intento di acquistare un gioco ma semplicemente, ad esempio, per informarmi sulle nuove uscite, osservare le occasioni che il mercato dell'usato offre o, più banalmente, respirare quell'aria così carica di fantasia e sentire quei discorsi della gente così intrisi di divertimento e risa che ti fanno sentire come a casa. Ovviamente, in varie di queste occasioni, cercando tra i vari scaffali mi capitano tra le mani vari videogiochi di molti generi diversi: Si passa dagli sparatutto in prima persona a quelli in terza, dagli action con combattimenti all'arma bianca agli adventure carichi di pathos, dai giochi di ruolo vasti e praticamente illimitati agli open world dalle più svariate ambientazioni. Ma, periodicamente, trovi confezioni di videogiochi che giaccono lì da anni e riportano lo stesso titolo sulla copertina dall'epoca ps2: Call of Duty, Need for Speed, Fifa, Pes... (solo per citarne alcuni). Ed è in quel momento che penso. Penso a come erano quei videogiochi 6 o 7 anni fa. Ed erano effettivamente diversi. Ma è lì che mi ritrovo a riflettere sul concetto di "diverso": diverso vuol dire che cambia nome? O vuol dire che cambia stile, gameplay e design? O che cambia sviluppatore? O sta semplicemente a significare che è stato tolto il numero dell'edizione precedente e sostituito con quello della successiva? E poi la tua mente vaga, vaga fino a che non inizi a toccare con mano quel limbo che divide la tua comune ignoranza dalla conoscenza assoluta dei pensieri degli sviluppatori. Ti immagini quindi che coloro che sono incaricati di sviluppare i vari CoD o Fifa semplicemente rifilino ai loro fan lo stesso videogioco a cadenza annuale per estorcere loro 70 euro (70.98, l'IVA è l'IVA.). Però poi pensi che potrebbero essere anche le varie major a imporre un certo metodo di lavoro, e ti chiedi se ciò sia eticamente giusto. Ma anche lì ti ritrovi a chiederti che cosa sia "l'etica videoludica", e soprattutto se essa esista e chi ne sia il garante. Perchè se tu hai toccato con mano la conoscenza assoluta dei pensieri degli
Gli FPS più famosi riuniti in una sola copertina.  
sviluppatori allora puoi anche capirli: il ferro si batte fino a che è caldo. Riflettendoci, chi non lo farebbe? Certo, queste considerazioni cadrebbero nel nulla se solo non ci fossero milioni e milioni di persone che ogni anno, a Novembre o giù di lì, 70 euro a questi qui glieli danno pure. E nella tua testa ti domandi: cos'è che spinge il videogiocatore moderno a comprare ogni volta lo stesso gioco e a provare gusto, divertimento e stupore nel maneggiare una mitragliatrice MP6 (che nel videogioco dell'anno prima si chiamava MP5. Oh, ecco dove sta la diversità.) e camperare in giro per delle mappe che sembrano grandi corridoi? Questa si che è una bella domanda. Io credo che sia un po' come un anniversario di nozze: magari una coppia ha già festeggiato quattro anniversari di fila in vari ristoranti e per il quinto decide di prenotare una bella cenetta fuori. Stesso cibo, stessa coppia, stesso conto, luogo diverso. E ovviamente tu, marito o moglie che sia, stai bene, sei felice, mangi, bevi e ti diverti. Se non fosse per quel cameriere un po' acido che proprio non riesce a starti simpatico. Con i videogiochi è la stessa identica cosa: ritrovi le tue armi (o le tue automobili, o i tuoi calciatori...), le tue modalità, il tuo multiplayer... Le cose che ti divertivano allora ti divertono adesso. E il cameriere è semplicemente un player che gioca sporco. Nabbo. Il problema è che l'industria videoludica non è più in crescita come lo era agli albori di ps3 o Xbox360. Intendiamoci, se uno leggesse solo i numeri del fatturato delle varie console con i profitti Sony, Microsft e Nintendo ci si potrebbe sfamare la Nuova Papua Guinea. Io sto parlando di una crisi di idee. In questo mondo che va sempre più veloce i giochi devono uscire in quella precisa data perchè le major sanno che saranno un successo di vendite e quindi le software house anche se si volessero impegnare a consegnare al pubblico un gioco rifinito non ne avrebbero il tempo e lo devono fare uscire così, come quello dell'anno prima. Tutto questo a discapito delle nuove idee, di quei videogiochi chiamati "indie" perchè nessuno vuole apprezzarli perchè troppo impegnato in un deathmatch o in un Barcellona - Real Madrid. Quindi alla fine di questo trip mentale che ti sei fatto cosa concludi? Conlcudi semplicemente che, nonostante i videogiochi a cadenza annua ti verranno venduti sempre allo stesso prezzo del lancio, nonostante sai benissimo che al massimo cambieranno due o tre animazioni e nonostante la qualità di tali titoli sia nettamente inferiore a quella di altri considerati "di nicchia", ci sarà sempre qualche milione di persone che comprerà quei videogiochi, convincendo le grandi software house ad annunciare un nuovo capitolo. In questa industria non c'è più spazio per le nuove idee. Mai un singolo gioco che rimanga "singolo", come un fulmine a ciel sereno, devono sempre essere tutte trilogie o addirittura... quadrilogie e quintologie (perdonate i neologismi), solo e soltanto perchè hanno venduto così tanto che alla fine basta rifarne uno uguale e dargli lo stesso titolo e se lo compreranno tutti. Ma io no, io non ci sto. Io sono entrato in quel maledetto negozio per trovare qualcosa che piaccia a me, qualcosa che magari non si è comprato nessuno o qualcosa che per molti viene considerato una crosta perchè non si spara oppure perchè non ci sono i pacchetti di figurine virtuali da scartare, qualcosa che diverta me ed i miei amici. Perchè è questo lo spirito che ogni videogiocatore dovrebbe avere, quello di divertirsi, di stare insieme anche a distanza con delle semplici cuffie, quello di immergersi in un mondo così fantastico da farti dimenticare i problemi. E poi puff, tutti i tuoi pensieri finiscono, il tuo bellissimo viaggio sull'autostrada della fantasia che ti aveva portato a conoscere tutto lo scibile umano cessa all'improvviso, e tu non hai concluso nulla ed hai perso un'ora del tuo tempo. Quindi alla fine vale davvero la pena di dannarsi l'anima per trovare un videogioco di qualità che non sia stato pensato solo per corrompere il Dio Denaro? Si, ma a pensarla così siamo rimasti in pochi, e questo è un mondo dove è la massa a controllare il mercato. 
Mai slogan fu più azzeccato.

Nessun commento:

Posta un commento