mercoledì 21 maggio 2014

"Desidera?" "Una bella trama, per cortesia."

"Desidera?" "Una bella trama, per cortesia."
 

Bene o male? Verità o menzogna? Testa o croce?
Chi pensa che le belle trame siano presenti solo nei film o nei libri si sbaglia di grosso: esistono dei videogiochi capaci di farti vivere una storia incredibilmente toccante, sorprendente o commovente. Essi suscitano emozioni che nemmeno un grande colossal saprebbe regalare. Basti pensare, ad esempio, ad un titolo come "The Last of Us", recente produzione targata Naughty Dog: nel gioco ci ritroveremo infatti nel bel mezzo di una epidemia incurabile che sta decimando la popolazione mondiale. Essa si diffonde a macchia d'olio su tutto il territorio e giunge inaspettata, come un tuono, e noi stessi veniamo risucchiati nel vivo della storia in un attimo. Le prime sequenze di gioco sono incredibili: il Texas è nel panico e Joel, il nostro protagonista, tenta di fuggire assieme alla figlia e suo fratello. Assistiamo a scene di disperazione, follia, agitazione, panico e crudeltà in un vortice di emozioni che si intrecciano sino a formare un mosaico di straordinaria bellezza narrativa e vivida carica realistica. Il cardine dell'esperienza è però il rapporto che si verrà a creare tra lo stesso Joel ed Ellie, una ragazza che l'uomo dovrà scortare in un avamposto sicuro e che gli ricorderà sua figlia, Sarah. Sublime e malinconico, il videogioco supera sè stesso per entrare in una dimensione mistica fatta di emozioni e sentimenti tangibili, senza finzioni o pareti a separare la realtà virtuale da quella quotidiana. Altri esempi di meraviglia narrativa ci vengono dal primo capitolo della serie "Bioshock" e da quello denominato "Infinite". Partendo proprio dal primo capitolo, esso è un capolavoro di immersività ed atomsfera che ci trascinerà in una città sottomarina realizzata sulla base di un sogno utopico ed irrealizabile. Il gioco ci celerà le sue verità e ci lascerà di stucco con un colpo di scena (che è più un colpo di genio) tanto velato quanto ripetuto. Il gore e le lievi tinte horror presenti all'interno del titolo non fanno altro che intensificare ancora di più l'esperienza, arricchendola di sfumature nuove ed inaspettate, soprattutto per gli standard degli sparatutto moderni. Bioshock Infinite, invece, riesce a proporre in un videogioco temi di grande spessore sociale quali il razzismo, le guerre, le sette religiose e molto altro ancora con eventi che accadono in una città costruita un po' più in sù delle nuvole. Essa sembrerà libera e ridente, ma è in realtà vittima di un opprimente sistema di regime. Il modo con cui ci vengono narrati gli eventi, così semplice e surreale, riesce a tenere il videogiocatore incollato allo schermo per l'intera durata dell'avventura. Il pirotecnico finale, poi, ci condurrà per mano attraverso le piaghe di una filosofia del mondo che difficilmente ci si aspetterebbe di ritrovare in un "semplice" videogioco, costituendo una delle conclusioni più sorprendenti e meravigliosamente inaspettate di tutto il panorama videoludico degli ultimi anni. Inoltre, le città di Columbia e Rapture rappresentano le due facce di una stessa medaglia: la prima, sita così in alto da non essere visibile, dovrebbe rappresentare il paradiso ideale di ogni suo abitante, mentre la seconda, costruita sul fondo degli abissi, è un inferno popolato da mutanti avidi e riluttanti. Entrambe però rappresentano lo specchio di cosa il più grande nemico dell'uomo, ovvero la sete di potere, possa arrivare a creare. Guardandoci alle spalle nelle generazioni passate, ritroviamo poi videogiochi che parlano, ad esempio, di un mondo costruito sulla disperazione e sull'angoscia dell'espiazione dei propri peccati, come nel caso di Final Fantasy X, oppure ci capita di assistere ad una disperata lotta contro nemici colossali nella speranza di riportare in vita la donna amata, come in quello di Shadows of the Colossus. Concludendo, quindi, possiamo dire con certezza che tutti quelli che guardano al mondo dei videogiochi come ad un qualcosa da "bambini" di certo non si rendono conto di un bel po' di cose. Ovviamente una trama originale e complicata, così come una narrazione coinvolgente, non sono i cardini fondamentali di un buon videogioco, poichè sono importanti anche altri elementi quali ad esempio il gameplay o il divertimento, ma esistono senza dubbio esempi di come essa possa costituire la cornice di uno splendido quadro. L'importante è assecondare i nostri gusti videoludici.
Gameplay o trama? Grafica o narrazione? Voi cosa scegliereste?
Testa... o croce?

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