Number One: Noragami
Data di messa in onda: 5
Gennaio – 23 Marzo 2014
Episodi: 12 da 23 minuti ciascuno
Prodotto da: Studio Bones
Tratto da un'opera di: Adachitoka
Episodi: 12 da 23 minuti ciascuno
Prodotto da: Studio Bones
Tratto da un'opera di: Adachitoka
Prefazione.
Chi non desidererebbe avere al proprio servizio un Dio spendendo la modica
cifra di pochi centesimi? Un Dio che ritroverà per voi il vostro
micio, o zittirà il vostro compagno di banco che vi prende in giro,
o impedirà alla vostra professoressa di matematica di venire a lezione... Ebbene, il Dio Yato può farlo. Come? Non conoscete il Dio Yato? Bhé,
a quanto pare non siete i soli, dal momento che la dinività
in questione non riscuote di un grande successo tra gli umani... Eppure, come farebbe una qualsiasi prostituta di basso rango per racimolare qualche soldo, scrive il suo numero di telefono sui muri della
città, si presta a qualsiasi tipo di incarico ed è sempre gentile e cordiale con tutti! E tutto per
costruire il suo personale santuario...
Con queste quasi deliranti premesse si apre il primo episodio, che incomincia mostrandoci una panoramica di una tipica scuola giapponese, dopodiché
l'inquadratura stringe in particolare su una classe impegnata in un
test d'esame. Fuori dalla finestra appare, inspiegabilmente
invisibile agli occhi di tutti se non di una ragazzina, una specie di
mostro dalla forma allungata. La ragazza, in quel momento, invoca il
Dio Yato, che subito si
presenta... come proprio non ce lo aspetteremmo. Tuta, foulard d'ordinanza e pantaloni comodi: ecco la vera immagine di una divinità. Subito Yato si getta
all'attacco del mostro brandendo un pugnale, che egli chiama in
realtà “Strumento Divino” (Shinki) e che scopriremo, di lì a poco, essere una persona. Dopo che Yato è riuscito a sconfiggere il mostro
decide, a seguito delle proteste della sua arma, di rilasciarla,
spezzando così il contratto che li lega. E' così che, nei giorni
successivi Yato, disarmato, decide di dedicarsi a lavori più umili rispetto
all'uccisione di strani spiriti maligni. Lavori come il ritrovamento
di un gattino disperso, per esempio. Una volta accettato l'incarico,
Yato si impegna da subito nella ricerca del micio scomparso. Le sue
peripezie lo porteranno ad incrociare la strada di Hiyori Iki, una
studentessa che, assieme a delle amiche, si è fermata a leggere
l'annuncio che parla proprio della scomparsa di Milord. Yato, consapevole
della sua intangibilità di essere divino, individua il gatto in mezzo ad una trafficata
strada e subito vi si getta all'inseguimento. Proprio in
quell'istante, un autobus sta per passare a tutta velocità da quella
parte: di sicuro
Yato morirebbe, o almeno questo è quello che deve
pensare Hiyori la quale, senza pensarci due volte, si getta verso
Yato e lo spinge via, venendo però travolta dall'autobus in corsa.
Hiyori si risveglia in ospedale, miracolosamente (quasi) illesa
dall'accaduto. Yato viene a farle visita la notte stessa, adducendo come
motivazione che, poiché la ragazza si è preoccupata delle sue
condizioni di salute, allora lui riteneva giusto ricambiare il gesto. Yato
inoltre rivela a Hiyori di essere un Dio, ma chiaramente lei non gli
crede. Non appena Hiyori è abbastanza in forze per poter tornare a
scuola, da subito iniziano a capitarle strani ed improvvisi attacchi
di sonno. La ragazza, però, non si ricorda molto bene che cosa sia
accaduto subito dopo l'incidente, poiché le sembra di essersi vista
riversa a terra, come se si fosse in qualche modo sdoppiata. L'unico
modo per avere delle risposte, pensa Hiyori, è quello di rivedere
Yato e fargli delle domande; e l'unico modo per rivedere Yato è
quello di trovare Milord, il micio. A trovarlo per primo è però il
nostro Dio combinaguai, che fa di nuovo il suo incontro con uno
spirito (che questa volta chiama “Fantasma”), e dal quale è però
costretto a fuggire poiché ancora disarmato. Ancora una volta a
salvarlo ci pensa Hiyori, la quale mette K.O. il mostro con un
poderoso calcio da arti marziali miste. Con questa le volte che
Hiyori in qualche modo ha salvato Yato salgono a
due. Un nuovo
attacco di sonno però la coglie alla sprovvista, e così Yato la
porta lontano dal luogo in cui si trovano. Il Dio le spiega che, da
questo momento in poi, saranno molto frequenti le volte in cui il
corpo di Hiyori se ne rimarrà privo di vita in un determinato luogo,
mentre la sua anima se ne andrà in giro liberamente. Ecco dunque
spiegato il ricordo di Hiyori: la ragazza aveva visto il suo corpo
riverso a terra tramite la sua anima. Quest'ultima è in tutto e per
tutto identica a Hiyori, se non fosse per la presenza di una strana
coda da gatto dall'utilità non ancora ben specificata. Hiyori chiede
allora l'aiuto di Yato per poter tornare normale e, una volta pagata
la strabiliante cifra di cinque yen, il Dio le promette aiuto, e
l'episodio quindi finisce.
Yato in tutta la sua bellezza. |
Il sogno segreto di Yato: diventare un re massaggiato. |
Il primo incontro Hiyori - Yato: colpo di fulmine? |
Punti
fondamentali
Storyline.
Il mix di comicità, azione e momenti più seri costituisce fin
dall'inizio un ben riuscito pastiche. Da una parte abbiamo le
stravaganze di Yato - dai risvolti tipicamente “giapponesi” - che
non possono non strappare un sorriso. Tutto l'anime è permeato da
una continua vena comica, la quale non appare mai fuori luogo o
esagerata. Dall'altra, invece, abbiamo parti che si prendono più sul
serio (specialmente quelle che riguardano i combattimenti o i momenti
nei quali vediamo sia Yato che Hiyori all'opera). Questa mistura
produce una costante alternanza di fasi che riesce, a conti fatti, ad
intrattenere e risultare interessante e, al tempo stesso,
accattivante.
Stile. Essendo uscito nel 2014 ed essendo stato animato dallo studio Bones (Full Metal Alchemist e Full Metal Alchemist: Brotherhood, tra gli altri, ndr.), le aspettative riguardo la qualità complessiva del prodotto devono essere giustamente alte. E per fortuna esse vengono rispettate. L'animazione è infatti di ottima qualità ed utilizza le più recenti tecniche sia nel campo della programmazione dei modelli sia nella reinderizzazione dei disegni a mano trasformati poi in computer grafica. I personaggi ripropongono fedelmente ciò che appare nelle pagine dell'omonimo manga (e questo è un bene), e di conseguenza l'eccessiva semplicità dei tratti che a volte traspare in alcuni frangenti, soprattutto per quanto riguarda le espressioni e i volti in generale, non è che da implicare ad una volontà di rimarcare quanto più possibile l'opera cartacea. Un grande impatto visivo ce lo forniscono i colori: la tavolozza utilizzata è infatti molto ampia, ma a risultare gradevole (oltre che a fungere da “riempitivo visivo”) è la vividezza degli stessi e la loro varietà.
Stile. Essendo uscito nel 2014 ed essendo stato animato dallo studio Bones (Full Metal Alchemist e Full Metal Alchemist: Brotherhood, tra gli altri, ndr.), le aspettative riguardo la qualità complessiva del prodotto devono essere giustamente alte. E per fortuna esse vengono rispettate. L'animazione è infatti di ottima qualità ed utilizza le più recenti tecniche sia nel campo della programmazione dei modelli sia nella reinderizzazione dei disegni a mano trasformati poi in computer grafica. I personaggi ripropongono fedelmente ciò che appare nelle pagine dell'omonimo manga (e questo è un bene), e di conseguenza l'eccessiva semplicità dei tratti che a volte traspare in alcuni frangenti, soprattutto per quanto riguarda le espressioni e i volti in generale, non è che da implicare ad una volontà di rimarcare quanto più possibile l'opera cartacea. Un grande impatto visivo ce lo forniscono i colori: la tavolozza utilizzata è infatti molto ampia, ma a risultare gradevole (oltre che a fungere da “riempitivo visivo”) è la vividezza degli stessi e la loro varietà.
Personaggi.
Solo note positive fino ad adesso, quindi, ed il trend prosegue anche
andando ad esaminare i personaggi. Se ci concentriamo solamente sul
primo episodio ne vanno presi in considerazione due: Yato e Hiyori.
Nei venti minuti che compongono la puntata sfido chiunque a non
innamorarsi di Yato: un Dio sfigato e guascone come pochi, che si fa
pagare la misera cifra di cinque yen per ogni servizio che svolge nella speranza di
poter venir venerato come uno dei maggiori dei e di avere un
santuario tutto suo (tradizione anch'essa di stampo tipicamente giapponese). Come non amarlo? Inoltre è fin da subito palese che Yato, nonostante
sia un dio della guerra, abbia un animo buono e gentile, e sia per
questo sempre pronto ad aiutare gli altri. Eppure, non per questo è da escludere un suo lato più aderente al suo campo, magari anche cinico e spietato. Sarà da vedere. Venendo a parlare di Hiyori, essa non è
assolutamente la classica ragazzina indifesa e stereotipata che ci
aspetteremo da un prodotto tipicamente giapponese; anzi: le piacciono
le arti marziali, solo che non può dirlo alla madre perché la cosa
non sarebbe adatta ad una studentessa, e non esita a mettere a
rischio la propria vita per salvare uno sconosciuto. Inoltre, Il rapporto che
si può venire a creare tra lei e Yato e tra Yato e il suo futuro
Strumento Divino destano sicuramente curiosità. Anche per questa caratteristica, quindi, niente da eccepire.
Consigliato?
Assolutamente sì.
Non vi è alcun motivo per sconsigliare la visione di Noragami. A mio parere vi affezionerete fin da subito ai personaggi e vorrete vedere dove vi condurrà questo anime, se a sbellicarvi dalle risate o se a piangere raggomitolati in posizione fetale per qualche scossone inaspettato a livello di trama, e rimarrete anche piacevolmente sorpresi dall'ottimo lavoro di animazione svolto dallo studio Bones. Quindi date un occasione a Noragami e anche voi, come me, non ne rimarrete delusi.
Non vi è alcun motivo per sconsigliare la visione di Noragami. A mio parere vi affezionerete fin da subito ai personaggi e vorrete vedere dove vi condurrà questo anime, se a sbellicarvi dalle risate o se a piangere raggomitolati in posizione fetale per qualche scossone inaspettato a livello di trama, e rimarrete anche piacevolmente sorpresi dall'ottimo lavoro di animazione svolto dallo studio Bones. Quindi date un occasione a Noragami e anche voi, come me, non ne rimarrete delusi.
Nicola
Bertilotti