venerdì 20 novembre 2015

Number One: Blazer Drive

Number One: Blazer Drive


Periodo di pubblicazione: Aprile 2008 – Dicembre 2010
Numeri: 9
Autore: Seishi Kishimoto
Casa editrice: GP Publishing



Prefazione. Essere il fratello di Masashi Kishimoto (l'autore di “Naruto”, ndr.) non deve essere di certo facile, soprattutto se si intraprende il suo stesso mestiere. Si rischia, infatti, di rimanere sempre all'ombra del responsabile di uno degli shonen manga di maggior successo degli ultimi quindici anni o, peggio, si potrebbe essere accusati di “prendere ispirazione” da lui. Ma Seishi Kishimoto non ci sta e, in mezzo al molto apprezzato 666 Satan e al molto meno amato Crimson Wolf, pubblica questa serie di 9 volumi incentrate sulle avventure di Daichi e ambientato in una Tokyo futuristica dove l'energia è stata sostituita da un'altra risorsa: i Mysticker, speciali adesivi che conferiscono varie proprietà agli oggetti a cui sono apposti. Riuscirà Seishi a scrollarsi di dosso il pesante confronto artistico col fratello e a ritigliarsi un proprio spazio del panorama degli shonen?






Daichi è un ragazzino orfano che abita assieme a suo fratello, Ginga, che a seguito della morte dei genitori è divenuto molto più freddo nei confronti del minore. Daichi è, assieme alla sua amica Misora, il “capo” di una banda di ragazzini denominati Grande Cielo. La storia prende subito il via mostrandoci lo scontro tra Daichi e un bandito senza nome, il quale stava minacciando un uomo per ottenere il suo Mysticker. Questi dispositivi possono essere assimilabili a delle specie di “adesivi” che, una volta applicati agli oggetti, li conferiscono particolari proprietà: ad esempio è possibile appiccicare un Mysticker contraddistinto dall'elemento fuoco ad una caffettiera o ad una pentola, in modo da poter cuocere i cibi. Il bandito in questione, dopo una breve colluttazione con Daichi, gli applica sul braccio un Mysticker appartenente all'elemento ghiaccio. Inaspettatamente, però, il ragazzo genera numerose e appuntite stalattite dal terreno, ferendo Misora. Ginga
interviene, portando in salvo sia il fratello, sia la ragazza. Una volta a casa, Ginga rimbecca Daichi, accusandolo di essere troppo impulsivo e di mettere a rischio perfino la vita dei propri amici. Il giorno dopo Misora decide di regalare a Daichi un raro Mysticker a forma di occhio. Daichi è felicissimo, in quanto non ne ha mai visto uno, e decide quindi di portarlo a Ginga per dimostrargli di essere diventato più forte. Non appena il maggiore vede il Mysticker, inspiegabilmente lo sfila di mano a Daichi e lo strappa. Il ragazzo, infuriato, se ne va immediatamente via di casa. Non appena superato un passaggio sottostante ad un ponte, però, Daichi viene attaccato da un uomo, Nanba, che dice di aver avuto l'incarico di portarlo al suo capo vivo. L'uomo si applica un Mysticker al corpo e, proprio come successo a Daichi, ne sprigiona il potere, creando un poderoso arco. Nanba rivela a Daichi di essere un Blazer, proprio come lui e come Ginga, ovvero speciali individui che possono imbrigliare il potere del Mysticker e scatenarlo a proprio piacimento. Ancora una volta a salvare la situazione ci pensa Ginga, che viene però ferito da una freccia scagliata da Nanba. Con il successivo colpo rivolto a Daichi ma che viene ancora una volta intercettato fisicamente da Ginga, quest'ultimo viene esiliato in una sorta di dimensione parallela grazie ad uno speciale e rarissimo Mysticker che Nanba ha applicato alla sua freccia prima di scagliarla. Prima di scomparire forse per sempre, Ginga lascia in dono a Daichi il suo Mysticker, Kandachi, che ha il potere di generare devastanti scosse elettriche. Il combattimento termina con la vittoria di Daichi il quale, in un impeto di rabbia, riesce a sprigionare un attacco devastante. La comparsa di un misterioso individuo, Kuroki, che gli rivela sommariamente di far parte di una organizzazione alla quale apparteneva suo fratello, segna la decisione di Daichi di partire alla volta del mondo dove è stato relegato Ginga al fine di ritrovarlo. Inizia così il viaggio di Daichi e Misora, che alla fine deciderà di seguirlo. I due entreranno a far parte dell'organizzazione nella sezione Guardian e, una volta giunti nell'Underground (la base logistica dei Guardian del terzo distretto di Tokyo), Daichi verrà a sapere che l'obiettivo dell'organizzazione è quello di scoprire chi e perché ha messo in circolo Mysticker rari che, normalmente, non dovrebbero essere disponibili presso i normali rivenditori. Una volta conosciuto il capo della sezione (un'avvenente donna con evidenti inclinazioni sadomaso), Daichi e Misora vengono inviati subito a compiere la prima missione, che consiste nel recupero di uno dei suddetti Mysticker che avrebbe dovuto essere portato al terzo distretto ma che è invece stato intercettato da un misterioso individuo che si dice abbia un braccio sviluppato in maniera anomala. Questa sarà la prima vera prova sul campo per Daichi, nonché la conclusione del primo volume.

Punti fondamentali.


Storyline. Di carne al fuoco ce n'è molta, fin dal primo volume. A conti fatti le informazioni di cui disponiamo non sono molte, e la maggior parte di esse sono contenuto nel primo capitolo, infatti fin troppo pieno di fatti ed eventi importanti da tenere a mente. Il fatto che il manga ci catapulti fin da subito nel vivo dell'azione può essere considerato dicotomicamente, in quanto da una parte è un ovvio punto a favore, per i canoni di uno shonen, quello di non perdersi troppo in chiacchiere, mentre dall'altra parte una introduzione un po' più graduale al mondo in cui si muovono i personaggi e alle storie che fanno loro da sfondo sarebbe stata gradita. Le basi per una buona storia, però, ci sono tutte, e non resta quindi di vedere come si svilupperà la trama in seguito, potendo essere abbastanza ottimisti per il proseguo della saga.

Stile.
Seishi Kishimoto è un ottimo disegnatore, proprio come suo fratello. Anche se non

raggiunge le stesse punte di Masashi, infatti, le sue tavole sono sempre chiare e piene di dettagli, così come i combattimenti risultano essere chiari e spettacolari per merito della sua matita. Unica (grossa) pecca è quella che a volte i suoi disegni risultano essere un po' troppo simili a quelli del fratello. Probabilmente è una cosa abbastanza ovvia, visto che i due devono essere cresciuti insieme coltivando la stessa passione, ma a volte questa somiglianza è esagerata, tanto che in un paio di tavole Daichi e Ginga sono nelle stesse identiche pose nelle quali si ritrovavano Itachi e Sasuke durante il flashback riguardante il clan Uchiha. E' possibile che Seishi abbia deciso di inserire queste tavole appositamente come presa in giro verso chi lo accusava di copiare il fratello, ma essendoci il beneficio del dubbio è comunque giusto citare questo episodio e sperare che sia davvero così. 

Personaggi. I protagonisti della storia, per adesso, sono tre: Daichi, Misora e Kuroki. Daichi è il classico personaggio di uno shonen, impulsivo ma buono, generoso ma
Questa scena non vi ricorda nulla...?
determinato, che sicuramente si evolverà caratterialmente mentre la storia prosegue. Kuroki ha l'aria di celare un grande potere, e sicuramente ci mostrerà che cosa sa fare nei combattimenti successivi. Misora, invece, che può apparire come lo stereotipo della ragazzina innamorato del suo amico combinaguai, si rivela invece essere molto matura e decisa, e sicuramente in futuro si renderà anche lei protagonista di buoni momenti narrativi. Per adesso di antagonisti o di personaggi secondari ve ne sono stati pochi, perciò non resta che continuare a leggere Blazer Drive per scoprirne di più.



Consigliato? Sì.
Indubbiamente Blazer Drive si presenta essere uno shonen leggero e senza pretese, ma non per questo poco scorrevole o noioso, anzi. Per tutta la durata del primo volume non ci si annoia mai, tra un combattimento e un piccolo accenno di flashback, ma perfino si vuole saperne di più su questa misteriosa organizzazione e sul destino di Ginga. Certo, per adesso il manga non brilla per complessità né per quanto riguarda la storia né per quanto riguarda gli eventi narrati, ma mi sentirei di consigliare il prodotto a chiunque sia un amante dei classici combattimenti giapponesi fatti di poteri, power – up e spettacolarità.


Nicola Bertilotti

venerdì 13 novembre 2015

Guitar Hero: Live - Recensione

Guitar Hero: Live - Recensione

Data di uscita: 23 Ottobre 2015
Piattaforme: Ps3, Ps4, Xbox360, XboxOne, WiiU (versione testata: Playstation 4)
Pubblicato da: Activision (sviluppato da FreeStyle Games)




 

Prefazione. Dopo cinque anni dall'ultima incarnazione videoludica del brand (intitolata Warriors of Rock), Guitar Hero ritorna su console con una nuova proposta che, in qualche modo, si rifà alle origini, proponendo un gameplay incentrato esclusivamente sulla chitarra. Periferica che ha subito notevoli variazioni rispetto alle precedenti, in quanto dispone non più di cinque tasti bensì di sei, disposti in due file di tre. Ma non è la sola novità: andiamo a scoprire se questo “revival” del rock potrà riscuotere l'effetto sperato oppure se subirà i “buuuh” del pubblico.

Soundcheck, e poi via! Dopo un breve tutorial nel quale familiarizzeremo brevemente con la nuova disposizione dei tasti, imparando ad utilizzare gli accordi (combinazioni due o più note) e il barrè (di nuova introduzione: si ottiene premendo simultaneamente i due tasti disposti sulla stessa colonna), verremmo subito lanciati in pasto alla folla con l'esecuzione del nostro brano. La grafica cartoonesca dei precedenti capitoli è stata completamente abbandonata in favore di riprese dal vivo. Noi interpreteremo ovviamente la chitarra solista delle varie band con le quali andremo via via a suonare, il tutto in prima persona. Le riprese sono in ottima qualità, così come la sensazione di
Il design della nuova chitarra.
trovarsi su di un vero palco è davvero convincente, grazie anche all'incredibile cura nei dettagli avuta dagli sviluppatori. Non avremo più il “rockometro” per misurare in tempo reale le nostre prestazioni, ma saranno direttamente gli altri componenti della band e il pubblico a dirci come staremo andando. Una lunga serie di note corrette porterà la folla ad animarsi e ad accompagnare il cantante durante i ritornelli. Al contrario, numerosi errori faranno indisporre pubblico, musicisti, e perfino i rodies che lavorano dietro al palco. L'effetto è perfettamente riuscito: infatti, chi già non si sente molto a suo agio ad essere al centro dell'attenzione è avvisato. La sensazione di inadeguatezza che assale il videogiocatore che sta disperatamente provando ad azzeccare qualche nota è praticamente garantita.


GHTV. No, non è l'inizio del mio codice fiscale, è semplicemente l'acronimo che sta per Guitar Hero TeleVision, il servizio di streaming musicale che, a detta di Activision, dovrebbe rivoluzionare il modo di intendere il videogioco. Ma andiamo con ordine. La tracklist annunciata di Guitar Hero: Live è composta da oltre 100 canzoni, tutte molto variegate come generi (si va dal Metal al Pop, dall'Hard Rock all'Indie), ma non tutte sono state pensate per essere suonate “dal vivo”, nella modalità descritta poc'anzi. A fianco di una più canonica modalità carriera nella quale saliremo di volta in volta su palchi sempre più prestigiosi e suoneremo dalle tre alle quattro canzoni per volta, tutte raggruppate per genere o tema e solitamente di difficoltà crescente, si affianca il nuovo servizio Activision. In GHTV potremo suonare tutte le canzoni annunciate nel corso dei mesi, ma non con riprese dal vivo bensì trovandoci di fronte al video ufficiale del brano. Inoltre non sarà possibile acquistare in maniera permanente una o più canzoni, ma solamente suonarle ogniqualvolta vorremo spendendo un gettone, una delle valute presenti all'interno del servizio, ottenibili grazie a micro –
Un video dei mitici ZZ Top in riproduzione su GHTV.
transazioni oppure comprabile spendendo monete, ottenibili giocando. GHTV è il vero fulcro dell'esperienza di Guitar Hero: Live. Ad una prima impressione i difetti potrebbero sembrare molti più dei pregi, e la possibilità di non disporre di un catalogo di brani suonabili liberamente in qualsiasi momento farà storcere il naso a molti utenti, ma andiamo ad analizzare meglio la formula: GHTV presenta due distinti “canali” (cui presto se ne aggiungerà un terzo) che, ad intervalli di trenta minuti, ci consentono di suonare una lista di brani predefinita e raggruppata per temi in maniera del tutto libera e gratuita. Tramite la pressione di un pulsante posto sulla parte della chitarra, infatti, potremo “saltare” liberamente da un canale all'altro ed iniziare a suonare un brano anche a cominciare dal secondo ritornello o dall'assolo di chitarra. Alla fine, è un po' come quando si cambia stazione radio per cercare la canzone che più ci va di ascoltare in quel momento e, dopo essere rimasti un po' su quella stazione, cambiamo di nuovo. In questo modo il videogiocatore, semplicemente suonando quello che gli viene proposto, accumula monete con le quali può acquistare i gettoni senza ricorrere alle micro – transazioni. Utilizzando questo metodo ed essendo di “bocca buona” riguardo ai brani che ci vengono proposti, sarà possibile accumulare una discreta quantità di gettoni, di modo da non doversi preoccupare di accumularli nuovamente e suonare così le canzoni del catalogo, scegliendole. Per adesso i modi in cui Activision supporta il suo servizio si riducono alla possibilità di suonare dei “concerti Premium”, soddisfacendo determinati requisiti (o ricorrendo alle micro – transazioni) che permettono di avere accesso ad alcuni brani in anteprima. In futuro si dovrà garantire un flusso continuo di aggiornamenti per mantenere vivo il servizio.


Grafica e aspetto tecnico. Parlare di “grafica” per quanto riguarda questo nuovo capitolo di Guitar Hero è alquanto inappropriato. Non ci sono motori grafici cui saggiarne la potenza, o difetti nelle texture su cui soffermarci, poiché una parte dell'esperienza videoludica è stata realizzata con riprese dal vivo, mentre l'altra sfruttando i già citati video ufficiali. Sotto questo punto di vista non si possono che fare apprezzamenti all'ottimo lavoro svolto dal team di sviluppo, in quanto anche i video più “datati” sono stati reinderizzati in alta definizione. Una perplessità riguardo l'aspetto tecnico del titolo può venire dalla visualizzazione delle note: esse, avendo abbandonato
L'effetto della folla e del sentirsi su un palco è davvero ottimo.
completamente i cerchi che contraddistinguevano i precedenti capitoli, si presentano adesso come piccoli triangoli simili a plettri, o bianchi o neri a seconda dell'altezza delle note. E fin qui, niente da eccepire. Il problema nasce quando appaiono le note che servono per accumulare Hero Power (che serve ad entrare in una modalità nella quale, per un dato periodo, sarà più semplice mantenere elevato l'entusiasmo del pubblico): esse sono contornate di azzurro. In maniera analoga, anche le note che possono essere suonate anche senza plettrare, purché si suonino in sequenza, sono contornate di azzurro. Quando queste due colorazioni si sovrappongono non si riesce a capire quali note possano essere suonate senza plettrare e quali no, cosa che crea, specialmente nei momenti più concitati, parecchia confusione. Una scelta davvero strana.


Conclusioni

Pregi:
- Il rinnovato design della chitarra rinfresca il gameplay e si dimostra più profondo del precedente.
- Riprese dal vivo di alta qualità, ottima cura nei dettagli.
- GHTV funziona e diverte...
Difetti:
- … ma a molti non piacerà la formula supportata. Dovranno essere aggiunte continuamente delle features o dei nuovi brani per mantenere vivo il servizio.
- Poche canzoni suonabili con le riprese dal vivo: il resto è su GHTV, demandando ad una connessione online la completa fruizione del gioco.
- Alcune scelte stilistiche che inficiano, seppur di poco, l'esperienza.

Spazio ai numeri

Grafica: S.v. Ho preferito non assegnare alcun voto alla grafica poiché, seppur le riprese siano di ottima qualità, così come quella dei video ufficiali, sono solito giudicare una grafica realizzata al computer piuttosto che delle riprese. Rimane comunque un dato di fatto che il lavoro svolto è stato ottimo.
Gameplay: 8.5 E' stato “rivoluzionato” rispetto alle precedenti edizioni, e funziona. E' maggiormente incentrato sul ruolo della chitarra solista e si può variare la formula solamente collegando un microfono compatibile e divertendosi a suonare sulla stessa tonalità dei vari brani, ma Guitar Hero: Live risulta essere un gioco divertente e più profondo dei suoi predecessori.
Divertimento: 9. Come party game funziona alla grande. Può regalare serate di grande divertimento e, giocando da soli, la formula utilizzata da GHTV funziona. Peccato per l'impossibilità di acquistare definitivamente le singole canzoni: ne avrebbe giovato la longevità.
Sonoro: 9 La tracklist presente all'interno del gioco è molto variegata e, anche se non tutti i brani si mantengono su standard elevati e le scelte non potranno fare contenti tutti, sicuramente ce n'è per tutti i gusti. L'audio è inoltre di ottima qualità, e il classico mixer nel menù delle opzioni permette di selezionare singolarmente il volume di ogni strumento per poterlo apprezzare meglio.
Longevità: 8.5 Per chi non possiede una connessione internet probabilmente il voto andrebbe cambiato in 5. Per tutti gli altri molto dipende dalla voglia di giocare: si va dai pochi giorni alla durata infinita, soprattutto se Activision continuerà a supportare GHTV in maniera continua. Una media non aritmetica ma dettata dalla quantità di persone che posseggono una connessione stabile, quindi, per una categoria che è stavolta oltremodo soggettiva.

Voto finale e conclusioni: 9. Questa nuova incarnazione innova tornando alle origini, puntando forte su una e una sola nuova periferica e accentuando in questo modo a padroneggiare questo tipo di strumento. La “rivoluzione” che prende il nome di GHTV non potrà di certo piacere a tutti, ed è oltremodo ovvio che le micro – transazioni andranno a colpire soprattutto i casual gamers svogliati, ma il formato “tipo radio” e l'enorme quantità di brani presenti, virtualmente suonabili da tutti senza acquisti con soldi veri, aumentano la longevità e la qualità dell'esperienza. Vi sono dei difetti da limare, primo tra tutti un'eccessiva pochezza della modalità carriera, che alla fine si rivela essere utile solo per prendere confidenza con la nuova chitarra (seppure le riprese dal vivo siano davvero interessanti) e una richiesta di “always online” per usufruire di gran parte del gioco difficilmente sostenibile per una parte dell'utenza. Ma a parte questo, Guitar Hero: Live spacca. Rock on, baby!

Nicola Bertilotti

venerdì 6 novembre 2015

Number One: Assassination Classroom

Number One: Assassination Classroom


Data di pubblicazione: 2 Ottobre 2012 (Giappone) / 8 Maggio 2014 (Italia)
Editore: Planet Manga
Autore: Yusei Matsui
Volumi: 8 (in corso)





Non so con quali armi sarà combattuta la Terza Guerra Mondiale, ma la Quarta sarà combattuta con i tentacoli.”Questa è una delle illuminanti citazioni di Korosensei, l'alieno con le fattezze di polpo che ha recentemente invaso la Terra. Egli, senza un motivo ben preciso, ha distrutto il 70% della Luna, e minaccia di fare lo stesso con il nostro pianeta. Di nuovo, senza un motivo ben preciso, l'alieno ha poi deciso che avrebbe accettato la possibilità di farsi uccidere solo a patto di poter essere l'insegnante della 3E della scuola media Kunugigaoka, una classe di studenti con voti particolarmente bassi relegati in una sede a parte, lontana da quella
principale. Gli alunni della 3E dovranno quindi imparare ad essere dei veri killer, poiché Korosensei si muove all'allucinante velocità di Mach 20 ed è quindi praticamente immune ad ogni assalto. I suoi tempi di reazione sono infatti troppo rapidi per essere contrastati da normali esseri umani. Nonostante ciò, Korosensei è vulnerabile all'effetto di determinati proiettili, creati appositamente dal governo, che possono ferirlo risultando al contempo innocui per gli esseri umani. Da queste folli premesse prende il via il primo numero di Assassination Classroom, il quale ci catapulta subito al centro dell'azione fin dalla prima pagina, senza troppi proemi, mostrandoci gli alunni intenti in ogni modo ad uccidere il proprio insegnante. Quest'ultimo, incurante degli spari e delle coltellate che piovono da ogni dove, coglie l'occasione per correggere i propri alunni sugli errori che commettono nel tentativo di
ucciderlo, dando loro dei consigli. Al contempo, Korosensei svolge le sue funzioni di insegnante a tempo pieno, in tutte le materie. Unica eccezione è educazione fisica, la qual cattedra verrà assegnata di al professor Karasuma, un agente governativo responsabile della supervisione della 3E. Egli si occuperà di rafforzare il fisico e la tecnica degli studenti, tutto ciò sotto gli occhi dell'alieno. L'unico vero studente che, almeno inizialmente, riesce a mettere in difficoltà Korosensei è Karma, un ragazzo che era stato già espulso dalla classe E (che sta per “End”, proprio a sottolineare di come quella classe sia l'ultima spiaggia per degli studenti con medie scarse) e reintegrato per l'occasione, poiché dotato di una spiccata propensione alla violenza. Dopo le prime schermaglie tra Korosensei e Karma, nelle quali quest'ultimo riesce addirittura a ferire il proprio insegnante (cosa mai accaduta fino a quel momento), l'alieno si mette sulla difensiva, decidendo di umiliare e al contempo educare il suo studente. Korsensei alla fine riesce nel suo intento e Karma, in fondo, arriva ad
apprezzare i metodi di Korosensei, accettandolo come insegnante. Questa è una cosa che accomuna tutti gli studenti della classe E: nonostante tutti, al loro interno, sappiano che Korosensei distruggerà la terra alla fine dell'anno scolastico se non saranno riusciti ad ucciderlo in tempo, nonostante siano consci che a chi porrà fine alla vita dell'alieno andrà un premio di dieci miliardi di Yen, gli studenti non riescono a non “affezionarsi”, in qualche modo, ai modi di fare premurosi di Korosensei. Egli, d'altro canto, non fa mai mancare nulla ai propri alunni. Come avrete certamente capito, Assassination Classroom non è un manga che si prende sul serio, bensì fa della comicità e del surrealismo le sue armi migliori.



Punti fondamentali

Storia: Perlomeno nel primo numero, la storia di Assassination Classroom si rivela essere, oltre che semplice, piuttosto misteriosa. Ci sono molte cose che non sappiamo: il background dei personaggi principali, ovvero Korosensei e gli studenti, le motivazioni che spingono l'alieno a comportarsi nel modo in cui si comporta, che cosa trama realmente il Governo nei riguardi della sezione E. Inoltre è chiaro che, appartenendo il manga al genere comico, la benzina e le idee per avere sempre nuove trovate che riescano a strappare un sorriso possono finire presto. Indubbiamente il primo numero di Assassination Classroom è pervaso dalla giusta dose di umorismo e non – sense, che rende la lettura mai noiosa, ma a lungo andare le possibilità sono due:
1) Le idee finiranno e quindi la serie perderà di mordente;
2) Presto o tardi il manga cambierà genere e alternerà passaggi umoristici ad altri più introspettivi o, forse, splatter. Nel caso di un cambio di genere bisognerà però vedere come esso sarà reso.



Stile. Qui arrivano le note dolenti. I disegni di Yusei Matsui sono quanto di più minimale ci possa essere: per sua stessa ammissione (ovviamente lo ha scritto in tono ironico), uno dei vantaggi di Korosensei è quello di essere facile da disegnare. Sia nei volti che nei corpi, seppure l'autore non faccia disastri come Kuromada, non si intravede per nulla l'abilità nel disegnare che dovrebbe essere propria di un mangaka, e ciò effettivamente limita, per certi versi, la sua opera, che risulta essere sotto questo punto di vista parecchio migliorabile. Matsui non si salva neppure con la “quantità”, poiché molte delle sue vignette risultano essere spoglie oppure occupate solamente da un paio di personaggi, senza la presenza di un particolare sfondo. Un vero peccato.



Personaggi. Come già detto, dal primo numero di Assassination Classroom è davvero difficile dare un giudizio sui personaggi presenti, poiché molto poco sappiamo su di loro e del loro passato. Perlopiù, per adesso essi vengono caratterizzati dalle loro azioni più che dai loro pensieri. Abbiamo quindi Karma, il reietto violento ed intrattabile. Poi Nagisa, il nostro protagonista nonché voce narrante, che è il classico ragazzo timido ed introverso tipico di molti altri manga. E ancora Karasuma, l'agente governativo temprato da un duro allenamento e già ben più maturo dell'età che realmente ha. Per quanto riguardo Korosensei, tutto è ancora avvolto nel più totale mistero: a volte è sul procinto di arrabbiarsi con gli studenti e arriva perfino a minacciare le loro famiglie, ma poi non fa niente. Si intravede, in un brevissimo flashback di un paio di pagine, che l'alieno ha fatto una promessa a qualcuno, ma ancora niente viene rilevato. Mi avvolgo quindi della “sospensione del giudizio” di Cartesiana memoria e vi rimando a giudicare da soli se sia possibile ricavare qualche informazione in più dai personaggi.



Consigliato? Ni.
Purtroppo, il primo numero di Assassination Classroom non è né carne, né pesce. Rivela troppe poche informazioni e mette troppa poca carne al fuoco perché il manga risulti consigliabile. Eppure, nonostante i suoi difetti (sia a livello grafico – visivo, sia a livello di “trama”, che per adesso ancora non c'è), il fumetto riesce a divertire per tutte le 192 pagine che lo compongono, senza mai annoiare né risultare troppo assurdo. Il mio consiglio, questa volta più che mai, è quello di provare il primo numero e decidere voi stessi se varrà la pena continuarlo nella speranza che esso fornisca più materiale oppure abbandonarlo nel dimenticatoio.


Nicola Bertilotti