sabato 9 gennaio 2016

Until Dawn - Recensione

Until Dawn – Recensione



Anno di uscita: 2015
Piattaforme: Playstation 4
Sviluppatore: Supermassive Games
Producer: Sony Computer Entertainment


Introduzione. Quello dei survival horror è, dall'uscita di Playstation 3 e Xbox360, un genere videoludico sempre meno esplorato, sia a causa dello spopolare di altri generi – qualcuno ha detto fps? - sia perché molto spesso tali opere si allontanano dal concetto di videogioco “moderno” pieno zeppo di azione e con poca, pochissima trama. Quello che ci troviamo davanti stavolta, invece, è l'esatto opposto di quanto appena descritto. A sorreggere Until Dawn, infatti, c'è una sceneggiatura da “teen horror movie” di prima categoria, un cast di attori che hanno impersonato i vari protagonisti e gore e splatter a volontà. Uscito in esclusiva per Playstation 4 nell'Agosto del 2015, questo titolo si proponeva di lasciare al giocatore completa libertà sulle scelte da fare, di modo che ognuno potesse costruirsi – volontariamente o meno – la propria storia. I propositi saranno stati mantenuti?

“Boom: butterfly effect”. L'espediente sul quale il titolo fa leva per spiegare il suo gameplay costituito, perlopiù, da fasi esplorative e da “bivi” nei quali dovremo compiere una scelta è il cosiddetto “effetto farfalla”. Questa teoria, conosciuta anche come “del caos”, può essere sintetizzata nella frase “un battito d'ali di una farfalla potrà provocare, un giorno, un uragano a chilometri di distanza”. Questa locuzione, indubbiamente poco chiara, è invece presentissima nella vita di tutti i giorni di ogni persona, in quanto semplicemente ci dice che ogni minima e all'apparenza insignificante variazione dell'equilibrio di una determinata situazione potrà portare a sviluppi, in futuro, inaspettati. Come esempio potete pensare ad
una classe di ragazzi che stanno seduti negli stessi posti per mesi e poi, ad un certo momento, la maestra decide di spostare qualche bambino più rumoroso in prima fila, vicino ad un ragazzo più tranquillo. I due si conoscono e poi, dopo quindici anni, si ritrovano ad essere migliori amici e ad aver condiviso una fetta della loro vita confidandosi tra loro. Se la maestra non avesse deciso di cambiare disposizione dei posti a sedere, ciò non sarebbe mai accaduto. Citando una battuta di un personaggio di Until Dawn: “Boom, butterfly effect”. Sostanzialmente, quindi, le scelte che dovremo continuamente compiere andranno ad influenzare fattori come i rapporti tra i vari personaggi, le situazioni che andremo a vivere, chi vivrà e chi morirà, chi diventerà coraggioso o chi scapperà come un coniglio, ecc. Il ventaglio di possibilità a nostra disposizione è davvero ampio, tanto che sarà praticamente impossibile non voler rigiocare il gioco due o tre volte per provare varie combinazioni e salvare chi non siamo riusciti durante la prima partita o, al contrario e con un po' di sano sadismo, vedere tutte le morti prima dell'alba. Questa grande possibilità di scelta si riflette anche sull'esplorazione, in quanto saranno vari gli oggetti con i quali potremmo interagire: indizi sul complicato caso di omicidio – suicidio che è successo sulla montagna un anno prima, o su ciò che è successo nelle miniere cinquant'anni or son, o ancora informazioni sullo psicopatico che pare dare la caccia ai protagonisti. E poi ci sono i totem, oggetti collezionabili che s'intrecciano saldamente con la cultura dei Nativi Americani e che, all'atto pratico, forniscono premonizioni su un futuro che potrebbe accadere, e starà alla nostra prontezza di riflessi decidere se vorremo che la profezia che abbiamo visto si avveri oppure
no. Le sezioni più concitate, come fughe o colluttazioni, sono costituite da quick time events, un po' come visto in altre opere come Heavy Rain o Beyond: Two Souls, e questo è tutto ciò che il gioco ha da offrire sul versante “action”. Effettivamente, l'esclusiva Playstation 4 assomiglia più ad un film interattivo che ad un videogioco propriamente detto, tanto che tra un capitolo e l'altro avremo anche dei brevi riassunti dei fatti avvenuti finora, proprio come in una lunga serie tv. Se siete alla ricerca di un titolo dinamico e con un gameplay profondo o movimentato, meglio rivolgersi altrove, poiché Until Dawn è stato volutamente pensato per avere un ritmo lento e ragionato e per avvolgervi con la sua atmosfera.

“Ciak, azione!” Da una produzione che originariamente era stata pensata per avere piena compatibilità con il move, e uscire quindi per Playstation 3, e che è poi solamente dopo passata alla next – gen ci si aspetterebbe una realizzazione grafica pedestre. Per fortuna queste premesse sono disattese, in quanto l'impianto tecnico di Until Dawn convince, a partire dall'illuminazione dinamica, davvero ben fatta e che riesce a costituire giochi di ombre molto suggestivi e a tratti spaventosi. L'atmosfera è a tratti claustrofobica e in altri agorafobica, in spazi estesi e sconfinati come ad esempio la foresta. Il costante buio che
avvolge la casa o le miniere scaverà a fondo nelle paure dei protagonisti e sarà una continua spina nel fianco anche nel videogiocatore, che sarà in uno stato di tensione perenne. Ottimi anche gli effetti particellari quali polvere o neve, e anche la resa del sangue è notevole. Ma il più grande plauso va indubbiamente ai protagonisti, ovvero i nove attori che interpretano i dieci personaggi della storia (un'attrice interpreta entrambe le gemelle Washington). La loro prestazione attoriale è ottima ed i loro movimenti sono stati ricreati alla perfezioni con lunghe sessioni di motion capture, come è possibile vedere dai numerosi filmati del “dietro le quinte” presenti all'interno del gioco stesso. La cosa che sorprende, però, è la resa dei volti, indistinguibili da facce vere e incredibilmente fotorealistici. Questa patina “da film” conferisce al titolo Supermassive Games un appeal unico, difficilmente riscontrabile in altre produzioni presenti sull'ammiraglia Sony e che, ancora una volta, lo accomuna ai più recenti titoli firmati Quantic Dreams.

Tra cliché e novità. È così che si presenta la trama di Until Dawn: un miscuglio tra cose già viste e che sono tipiche dei più stereotipati film horror e novità. Iniziamo dalle prime. Innanzitutto, il ritrovo di ragazzi su una baita sperduta in montagna è quanto di più vecchio possa esistere. Se a ciò uniamo il classico sadico psicopatico e “giochi” alla Saw, otteniamo un bel frullato di cliché. Per quanto riguarda le novità, invece, è da registrare l'enorme cura che è stata data all'aspetto paranormale del gioco, in quanto gli sviluppatori non hanno semplicemente buttato lì qualche mostro o demone o mostro, ma si sono preoccupati di dare alle loro creature una storia verosimile e che s'intreccia con la cultura sciamanica degli antichi indiani d'america e che, se presa nella sua fantasiosa superstizione, non fa una piega.
A tale scopo servono i numerosi indizi presenti nel gioco, ovvero a fornire un background sui fatti accaduti anni prima e che hanno portato alla comparsa di misteriose creature, o sul passato dello psicopatico, fino a svelarci piano piano la sua identità. In conclusione, quindi, la trama regge e non ha alcun buco, ma sono presenti troppi cliché perché possa essere presa a paragone da altre opere future. Rimane comunque una produzione di altissimo livello. Una piccola – ma nemmeno tanto – nota a margine riguarda poi le “modalità” tramite le quali Until Dawn ricerca lo spavento. Il titolo, infatti, si basa quasi esclusivamente sul “jump scare” per infondere terrore nel giocatore, e quasi mai si giunge allo spavento tramite la sola atmosfera. Questo, oltre che ad essere un espediente già di per sé ripetitivo, costituirà un freno per tutti quei videogiocatori che non sono facilmente impressionabili, e che quindi perderanno – per colpa di questa scelta – una buona fetta dell'immedesimazione.

Conclusioni

Pregi:
- La possibilità di scelta, il fascino di vedere l'effetto farfalla che opera davvero e cambia il futuro.
- Impatto grafico e prestazione attoriale si attestano su altissimi livelli.
- Personaggi ben caratterizzati.
- La trama, che seppur banalotta giustifica ogni sua componente e non presenta buchi al suo interno.
Difetti:
- L'azione è davvero poca. Sconsigliato a chi ama ritmi elevati.
- Spaventi quasi esclusivamente basati sul jump scare, cosa che diventa ripetitiva sul medio – lungo periodo.
- Gli stereotipi, sia nella caratterizzazione che nella trama, sarebbero dovuti essere meno.

Spazio ai numeri

Grafica: 9 Tutto, dall'illuminazione alle animazioni facciali, dagli esterni agli interni, dai dettagli agli spazi aperti, è curato nei minimi dettagli. Siamo giusto su gradino sotto del comparto tecnico di The Order, probabilmente per la natura “old gen” che Until Dawn avrebbe dovuto avere.

Gameplay: 7,5
Le scelte influenzano realmente la trama, anche quando sembrerebbero insignificanti, ma già la componente esplorativa è finalizzata solamente al ritrovamento di indizi o totem, e l'azione latita. Difficile chiedere di più ad un videogioco impostato in tal modo, comunque.

Sonoro: 9 Colonna sonora strumentale di buon livello, che contribuisce a tenere alta la tensione, doppiaggio ed effetti molto buoni. L'impianto sonoro fa il suo dovere, così come dovrebbe in ogni videogioco horror, genere in cui il sonoro è fondamentale per ricreare la giusta atmosfera.

Divertimento. 8
Non potrebbe esistere categoria più soggettiva di questa, e sono convinto che per alcuni potrà essere un 10, mentre per altri un 4. Personalmente, penso che la trama sia sufficientemente interessante per tenere il videogiocatore attaccato allo schermo e fare in modo che si diverta, così come le scelte contribuiscono a creare quella voglia di voler andare avanti e vedere cosa succede che, indubbiamente, intrattiene.

Longevità: 8
L'avventura in sé dura poco, 7 – 8 ore in tutto, ma è inutile dire che la rigiocabilità è altissima. È quasi obbligatoria iniziare una nuova storia compiendo scelte diametralmente opposte a quelle fatte durante la prima partita, e magari anche una terza, per esplorare ogni possibile variante.

Voto finale e conclusione: 8,5 Until Dawn rappresenta un'ottima esclusiva Sony e, anche se non raggiunge gli eccelsi livelli di Bloodborne, è un videogioco che, a mio parere, bisognerebbe provare, specialmente sfruttando i periodici sconti delle catene più famose e trovandolo a prezzo ribassato. In fondo, gli unici veri difetti imputabili ad Until Dawn riguardano cose che ogni videogiocatore deve giudicare nella sua soggettività. I pregi, invece, sono granitici.


Nicola Bertilotti

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