martedì 27 gennaio 2015

Assassin's Creed I: retro review.

Anno di pubblicazione: 2007
Piattaforme: PC, XBOX360, PS3 (Provato e recensito per: PS3)

Prefazione:
Dopo un lungo periodo di assenza, causa motivi scolastici, e a seguito dei sei (più uno) speciali intitolati "Pokémon Generation", rieccomi qui per stilare delle piccole recensioni di una saga che, in queste settimane, sono tornato ad amare: Assassin's Creed. Con la recente uscita del contestatissimo Unity, infatti, la febbre per questa serie di titoli è salita di nuovo alle stelle, ed ho quindi deciso di acquistare tutti i capitoli principali della saga al fine di rigiocarli, recuperando in un secondo momento anche i due spin-off. E poi mi sono detto: "Perchè non recensirli di nuovo, adesso che di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia?"
Quindi, senza indugiare oltre, procediamo con la recensione del primo videogioco della saga! Grazie in anticipo a chi avrà la pazienza di arrivare fino a fondo pagina! 



 



Un passo indietro...
8 anni fa molti ragazzi della mia età (e anche qualcuno con qualche anno in più), fecero la fila fuori dai negozi di videogiochi. Probabilmente, dal titolo di questo articolo vi sarà ben chiaro il motivo: era il giorno d'uscita del primo Assassin's Creed. Titolo sviluppato da Ubisoft, Assassin's Creed faceva il suo ingresso nel mercato videoludico da predestinato, cosa confermata dai successivi dati di vendita. Il titolo in questione metteva il videogiocatore nei panni di Desmond Miles, un barista svegliatosi bruscamente da una sessione nell'Animus, ovvero una macchina capace di far rivivere i ricordi dei propri avi. Da qui prende le mosse la storia di Altaïr Ibn-La'Ahad, il priore di una confraternità di uomini volti ad ottenere la pace nel mondo combattendo i loro acerrimi e storici nemici: i Templari. Per poter debellare suddetta minaccia, Altaïr può avvalersi di una discreta varietà di armi e di attacchi. Ma la maggiore novità del titolo era quella rappresentata dalle opzioni di parkour: Altaïr, infatti, era dotato di una agilità fuori dal comune, cosa che gli permetteva di
Desmond Miles, il protagonista, durante una sessione con l'Animus.
aggrapparsi con facilità ad appigli quali rocce sporgenti, finestre, terrazzi, muriccioli e via dicendo, consentendo che gli ambienti potessero svilupparsi in verticale oltre che in orizzontale. Ciò, unito alla furtività  richiesta ad un membro della Confraternita, garantiva approcci sempre dinamici e creativi ad ogni scontro con i vari nemici presenti. Altro  punto a favore del titolo è rappresentato dalla veridicità storica: in tutta la saga di Assassin's Creed, infatti, il periodo storico narrato, così come i costumi delle persone che popolavano le città, il loro abbigliamento, l'architettura di molti edifici, alcuni personaggi storici realmente esistiti e quant'altro, sono rappresentati esattamente come erano nella realtà, senza romanzare eccessivamente nessuna delle caratteristiche sopracitate. La licenza poetica che il gioco si prende riguarda invece la trama, del tutto fittizia, seppur, come già ricordato, infarcita di eventi realmente accaduti. Come detto, impersoneremo Altaïr, un membro della Confraternita degli Assassini ai tempi delle Crociate, dapprima priore e poi, per un suo errore, degradato a novizio. Il capo della Confraternita, Al Mualim, ci offrirà un'opportunità di redenzione, ordinandoci di uccidere nove bersagli che minano la stabilità della Terra Santa e che vanno necessariamente eliminati con le cattive. Da questa premessa si dipanano gli eventi, eccellentemente narrati da lunghi dialoghi dal tono maturo e mai banale con i vari Rafiq (degli emissari della Confraternita) presenti nelle tre città disponibili (Acri, Gerusalemme e Damasco, più Masyaf, sede della dimora degli Assassini). Il passato di Altaïr s'incastra con il presente di Desmond, contribuendo a creare un intreccio narrativo che spinge il giocatore a voler scoprire che cosa collega il 2012 al dodicesimo secolo e a svelare la cospirazione millenaria dell'Abstergo Industries.

Assassin's Persia?

Per chi ha giocato i tre titoli targati Ubisoft usciti in esclusiva per la seconda generazione di console Sony, il titolo di questo paragrafo risulterà immediatamente chiaro. Per tutti gli altri, l'invito è quello di recuperare al più presto i titoli della saga del principe di Persia e giocarli, o quantomeno verificare la bontà delle mie affermazioni visionando qualche video su YouTube: Assassin's Creed è una prosecuzione naturale di Prince of Persia. Intendiamoci, tra Altaïr e il Principe non vi è nessun legame, nè di sangue nè di altro tipo, ma le due saghe sono simili in molti aspetti. Primo tra tutti, la possibilità dei rispettivi protagonisti di compiere salti, corse sui muri e acrobazie fuori dall'ordinario. E' palese infatti che Altaïr
Una bozza di Prince of Persia: Assassin.
condivida molte delle animazioni proprie del Principe, seppur ovviamente reinventate per le console di nuova generazione. In secondo luogo i combattimenti, all'arma bianca in entrambi i casi e con la possibilità di uccisioni furtive che, seppur presenti in numerosi e ben più datati altri titoli, rappresentano un alto punto di contatto tra le due saghe. Altra somiglianza risiede nell'ambientazione, condivisa soprattutto col primo capitolo della saga di Assassin's Creed: seppur differendo per i luoghi nei quali la storia si svolge, è presente in entrambe le serie un'atmosfera arabeggiante, quasi come se ci fosse stata la volontà di collegare spazialmente queste due saghe videoludiche. Addirittura, Assassin's Creed sarebbe stato pensato per essere, almeno inizialmente, uno spin-off de "Le Sabbie del Tempo", intitolato "Prince of Persia: Assassin", cosa che non fu però possibile a causa delle ambiziose idee degli sviluppatori, difficilmente realizzabili con l'esigua potenza di PS2 . Visto come sono andate alla fine le cose, però, Ubisoft di certo non deve aver rimpianto la sua nuova IP, tanto da sfornarne annualmente un nuovo capitolo.

Gameplay
Le fasi d'azione del gioco si svolgono, perlopiù, nelle tre città principali presenti, ovvero Acri, Damasco, e Gerusalemme. Ognuna delle tre città è divisa in tre distretti, ricco, medio e povero. Ogni distretto presenta missioni da completare (Di tre tipi: pestaggio, borseggio e origliare), missioni collaterali di soccorso, punti d'osservazione da scalare e missioni dell'informatore. Con le prime otteremo informazioni sui nostri bersagli, e potremo servircene per imbastire una strategia per assassinarli, mentre le altre sono attività secondarie che, se completate, ci sveleranno la mappa (nel caso dei punti di osservazione), o forniranno supporto ad Altaïr durante le fughe, grazie all'aiuto degli abitanti che via via soccorreremo. Le missioni dell'informatore svolgono la stessa funzione di quelle principali, permettendoci di aumentare il nostro bagaglio di conoscenze, ma forniscono quantomeno un po' di varietà al monotono gameplay, diversificandolo appena con tipologie di missioni che vanno dall'assassinio furtivo alla raccolta, entro un certo limite di tempo, di bandiere disseminate per i tetti. Nulla di trascendentale o particolarmente innovativo, ma a queste missioni va dato il merito di distoglierci dalla ripetitività del gioco in sè. Per quanto riguarda i combattimenti, Altaïr  dispone di tre tipi di arma da mischia (Spada lunga, spada corta e
Una fase di combattimento in - game.
lama nascosta, utile per uccidere furtivamente i nostri bersagli), e una a distanza, ovvero i pugnali da lancio. L'intelligenza artificiale delle guardie che ci ritroveremo ad affrontare è a dir poco ridicola: infatti, seppur circondati da 7 - 8 nemici, essi, invece di sopraffarci in virtù del loro superiore numero, ci attaccheranno ordinatamente uno alla volta, dandoci modo di potercene sbarazzare più che facilmente. A peggiorare ancora di più la situazione vi è il fatto che le guardie, una volta perso di vista Altaïr, lo cercheranno soltanto per pochi secondi, non accorgendosi di un enorme fienile o di un giardino in cima ad un tetto, zone nelle quali chiaramente ci potremmo nascondere. Una volta azzerata la nostra notorietà, inoltre, potremo tranquillamente saltare fuori dal nostro nascondiglio e farci vedere dalle guardie, le quali sembrano soffrire di Alzhaimer, avendo dimenticato il nostro volto e la nostra veste. Le opzioni per gli assassini furtivi, tra le altre cose, includono solamente uccisioni in corsa o camminando, limitando quindi in maniera significativa le azioni che la nostra inventiva ci suggerirebbe di compiere. Alcune scelte di gameplay poco azzeccate, come ad esempio l'assenza dei viaggi rapidi da una città all'altra che ci costringe ad un estenuante backtracking, o l'incosistenza dei collezionabili, costituiti da centinaia di inutili bandiere da raccogliere e templari da uccidere, minano ulteriormente l'esperienza di gioco, facendo risultare, alla fine, il gameplay l'aspetto peggiore (ma non disastroso) dell'intero titolo.  


Aspetto tecnico
Il titolo è datato 2007, primo anno di vita di Playstation 3 e Xbox 360, ed è nell'ottica di quell'anno che il gioco deve essere valutato. Con la conoscenza degli hardware di otto anni fa, il lavoro fatto da Ubisoft ha dell'incredibile: decine di persone popolano i vari distretti e girano per le città svolgendo le loro attività giornaliere, e il semplice fatto di poter interagire
Una veduta di Damasco.

con essi suscitando in loro varie reazioni a seconda delle nostre azioni fa onore allo studio di sviluppo. Così come va elogiata la vivacità delle città, allo stesso modo è da premiare la realizzazione degli edifici: case, chiese, piazze, strade e vicoli sono riprodotti seguendo un'accurata riproduzione storica, risultando plausibili ed essendo realizzate egregiamente. L'unico problema che affligge il titolo a livello grafico è costituito da un leggero pop-up, riscontrabile soprattutto durante le fasi a cavallo e determinato con tutta probabilità da una scarsa ampiezza della linea dell'orizzonte, chiaramente dovuta all'allora limitata conoscenza delle console. Ovviamente, se valutato adesso, Assassin's Creed inizia a mostrare gli anni sotto il profilo delle animazioni, sia facciali che di movimento, ma per il 2007 fu un ottimo, ottimo lavoro.


Conclusioni


Pregi.

- Buona trama, veridicità storica di ambienti e personaggi.
- Immersivo ed innovativo sotto certi aspetti, primo tra tutti la possibilità di pianificare gli assassini creandosi una propria e personale strategia.
- Gameplay che, seppur non irrorato di novità nel corso del gioco, risulta essere divertente.
- Dialoghi maturi. Buon doppiaggio in italiano. Il gioco ti spinge a voler scoprire di più riguardo all'Animus e all'Abstergo.

Difetti.
- Ripetitivà delle situazioni.
- Scelte di gameplay poco azzeccate, quali ad esempio l'assenza del viaggio rapido.
- Intelligenza artificiale dei nemici da rivedere in toto.
- Assenza di varietà nei tipi di uccisioni furtive da poter eseguire. A tratti troppo semplice.


Spazio ai numeri

Grafica: 8 Niente di trascendentale se vista oggi, ma nel 2007 faceva un figurone.
Gameplay: 7,5 Oltremodo ripetitivo, con nemici troppo stupidi e situazioni tutte uguali, eppure si riesce senza difficoltà ad arrivare in fondo alla trama principale, divertendosi parecchio.
Sonoro: 8 Colonna sonora evocativa, seppur meno ispirata dei capitoli successivi. Ottimo doppiaggio italiano e buoni effetti generali.
Divertimento: 7,5 Le cose da fare sono, a conti fatti, molte. Il concetto sta nel riuscire a trovarle divertenti dopo averle ripetute cento volte.
Longevità: 6,5 Il gioco si finisce in fretta, anche volendo completare tutte le attività collaterali di ogni singolo distretto, e dopo c'è ben poco altro da fare.

Voto finale e conclusione: 7,5
Il primo Assassin's Creed di certo non brilla come una fuglida stella, affossato com'è da una eccessiva ripetitività e da una intelligenza artificiale al limite del comico, ma ha il grande pregio di far conoscere al grande pubblico la saga, portando su console un protagonista carismatico, una trama molto interessante e puntellando sul terreno solide basi di gameplay sulle quali lavorare e potersi migliorare in futuro.