Anno di pubblicazione: 2014
Prefazione. Il confine tra pazzia e realtà talvolta è labile, a tal punto che non si è più in grado di distinguere l'una dall'altra. E' proprio in questo limbo che finisce Sebastian Castellanos, protagonista della nuova IP targata Bethesda, The Evil Within. Il detective americano, assieme a tre suoi colleghi, viene chiamato ad investigare una spaventosa serie di omicidi al Beacon Mental Hospital, l'ospedale psichiatrico di Krimson City, fittizia metropoli del gioco. Ciò che Sebastian e i suoi compagni troveranno al suo interno sarà solo il preludio agli orrori che, inconsapevoli, saranno costretti a vivere: al Beacon non è accaduto solo un banale episodio di cronaca nera, bensì all'interno di quelle mura, ora insanguinate, sono avvenuti, e tutt'ora avvengono, strani fatti che trascendono il confine della realtà e sfidano le leggi che governano il nostro mondo. Siete pronti ad entrare nella mente di un folle?
Gameplay. The Evil Within appartiene al genere dei Survival Horror. Ciò che ci si potrebbe quindi aspettare è una difficoltà elevata, penuria di risorse quali munizioni o bende per curarsi e un'atmosfera cupa e inquietante. Il videogioco soddisfa in parte le nostre aspettative, sorprendendoci sotto alcuni punti di vista e disattendendo le nostre speranze sotto altri profili. Il titolo è stato diretto da Shinji Mikami, il "papà" di Resident Evil, ed è quindi ovvio che i richiami a questo brand siano molti, così come molti sono gli elementi ripresi dai vari Silent Hill (primo tra tutti l'atmosfera di certi capitoli) e dal più recente The Last of Us. Ma scendiamo più nel dettaglio.
L'avventura si dipana nel corso di 15 capitoli dalla lunghezza variabile (per completare il gioco alla seconda delle tre difficoltà disponibili inizialmente si impiegano mediamente 11 - 13 ore) che alternano fasi tipiche di un survival a fasi marcatamente più shooter, tipiche invece di un tps (sparatutto in terza persona). Quest'ultime, a lungo andare, snaturano il gameplay di fondo del titolo, andando ad inserire forzatamente alcuni scontri a fuoco che non aggiungono nè tolgono nulla al dipanarsi della narrazione. Questo fatto viene accentuato dalla presenza di alcuni curiosi trofei, che ci richiederanno, ad esempio, di uccidere x nemici oppure di completare il gioco in y ore, ovvero cose che con una
In questa situazione sarà necessaria una buona mira. |
Non proprio il tipo di ragazza che presenteresti a tua madre. |
Grafica e aspetto tecnico. The Evil Within utilizza il motore grafico sviluppato da Id Software, ovvero l'Id Tech 5 (con il quale è stato realizzato lo splendido Wolfenstein: the New Order). La differenza tra i due giochi salta subito all'occhio, non tanto per la qualità generale quanto per il diverso utilizzo che i titoli fanno dello stesso engine: ambienti con colori vividi e nitidi per Wolfenstein, luoghi claustrofobici e bui per The Evil Within. Quest'ultimo, inoltre, essendo stato sviluppato anch'esso a cavallo tra due generazioni di console, mostra più del dovuto una grafica che potremmo impropriamente definire "vecchia": il gioco non brilla di certo per una risoluzione incredibile o un fotorealismo degli interni, ma anzi, alcune texture, se osservate da vicino, sono davvero povere, e dettagli come gli insetti all'interno delle abitazioni sono praticamente in 2D. The
Un esempio dei fantastici giochi di luci e ombre. |
Tu ci hai capito qualcosa...? Chiedendo ad un vostro amico che cosa ne pensa di The Evil Within, questa sarebbe di sicuro la domanda che egli vi porrebbe. La trama del gioco non é, di per sé, scritta o sceneggiata male, ma anzi dimostra una notevole profondità e può dare luogo ad una lunga serie di speculazioni che possono occupare i vostri discorsi per parecchio tempo. Ciò che lascia maggiormente a desiderare, invece, é la narrazione: la trama ci viene presentata attraverso cutscenes (che utilizzano la stessa grafica del gioco), solitamente parecchio enigmatiche e misteriose, oppure attraverso il ritrovamento di registrazioni (simili ai voxafoni del recente Bioschock: Infinite) sparse per i vari livelli. Questi espedienti, essendo volutamente nebulosi, non chiariscono appieno che cosa stia succedendo, accentuando da una parte il senso di stare vivendo un vero e proprio incubo, ma lasciando il più delle volte spiazzato e stranito il videogiocatore. La speranza di un finale chiarificatore viene disattesa, poiché esso lascia ancora più dubbi in chi gioca: i vari pezzi del mosaico non combaciano mai fino in fondo, molte cose non vengono spiegate ed altre si possono solamente intuire. Con il senno di poi, rigiocando l'avventura conoscendo già il dipanarsi degli eventi, si possono notare molti più dettagli rispetto ad una prima passata, ma va comunque segnalato che una narrazione fin troppo frammentaria e lacunosa affossa quella che può essere sicuramente considerata una trama ben scritta e con notevoli spunti per il futuro della saga.
Conclusioni.
Pregi:
- Gameplay di fondo solido e convincente.
- Tasso di sfida soddisfacente.
- Atmosfera cupa e claustrofobica.
- Trama ben scritta...
Difetti:
- ...Ma narrata in maniera fin troppo lacunosa e frammentaria.
- Scarsa originalità e troppi richiami ad altri brand.
- Fusione di genere tra uno sparatutto in terza persona ed un survival horror riuscita piuttosto male.
- Alcune texture poco dettagliate. Qualità generale nella media, ma non sfrutta per nulla il potenziale delle console next - gen.
Spazio ai numeri
Grafica: 7,5 Impatto generale buono e ottimi effetti particellari, ma texture slavate e in bassa qualità. Gameplay: 7,5 Solida giocabilità, che contribuisce a far scorrere il titolo liscio per tutta la sua durata, ma scarsa originalità e troppi richiami ad altri brand.
Divertimento: 7 Buona difficoltà e ottimo feeling con le armi, ma la commistione di generi affossa l'impatto generale.
Sonoro: 8,5 L'aspetto più positivo del titolo: i grugniti delle creature, il rumore sordo dei passi, il rimbombo di una porta chiusa con violenza... Tutto é riprodotto magistralmente e contribuisce a creare la giusta atmosfera.
Longevità: 8 Campagna single player che si attesta sulle 11 - 13 ore, 4 livelli di difficoltá, niente multiplayer o online. Possibilità di affrontare il gioco in "nuova partita +"
Voto finale e conclusioni: 7,5 The Evil Within non é né un brutto titolo, né un capolavoro. Ha i suoi difetti, sia a livello tecnico che nel gameplay, ma si lascia giocare per tutta la sua durata, senza particolari picchi né cali. In un possibile seguito si dovrà fare tesoro degli aspetti positivi di questo capitolo ed eliminare i difetti, così da rendere The Evil Within una IP degna dei grandi nomi per console.